Per tutti El Jardinero, soprannome storico di chi in Italia ha fatto spesso la differenza. Si torna ai tempi del Banfield, club in cui è cresciuto nel settore giovanile: inizio anni ’90, qualcuno lo vide all’interno del centro sportivo tagliare l’erba del campo d’allenamento. Da lì iniziò la storia del Giardiniere, appellativo anche simpatico e scherzoso, ma che non deve tradire il suo status: Julio Ricardo Cruz è stato un grande attaccante, sempre decisivo quando serviva.
In Serie A TIM l’ha dimostrato con Bologna (99 presenze ufficiali e 30 gol dal 2000 al 2003), Lazio (30 e 4 nella stagione 2009-10), ma soprattutto Inter, con la quale esultò 75 volte in 197 partite dal 2003 al 2009. Il percorso dei Cruz in Serie A sta proseguendo con Juan Manuel, punta classe ’99 acquistata in estate dal Verona. Dall’Argentina papà Julio lo segue con passione e attenzione, senza tuttavia parlarne pubblicamente: vietato creare pressione e aspettative, il percorso del figlio è indipendente rispetto a quello del padre. Si parla di calcio in generale: di Italia, di ricordi, dell’Inter.
Cruz, è la settimana di Juventus-Inter: finora, il campionato ha rispettato le attese?
“Direi di sì, l’Inter può essere la favorita per lo Scudetto. Va sempre considerata come tale, al pari della stessa Juve e del Milan: sono società storiche, che da sempre puntano a vincere in Italia e nel mondo. E parlando dei nerazzurri, devono provarci: il potenziale per vincere c’è. In ogni caso, siamo solo alla tredicesima giornata: per tutti è ancora presto”.
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In Champions League, invece, cosa può succedere?
“Una competizione completamente diversa: in Serie A il percorso è lungo, hai tempo e modo di recuperare e rimediare agli errori fatti, mentre in Europa cambia tutto. Una volta superato il girone, ogni partita diventa decisiva: arrivare o meno in fondo, chi può dirlo. Dipenderà da vari aspetti, ovviamente mi auguro che l’Inter possa riprovarci e arrivare in finale: la squadra è forte, crederci è un dovere”.
A detta di molti, l’Inter vince e convince offrendo un ottimo gioco: è d’accordo?
“Coniugare certi risultati all’’estetica’ non è da tutti, all’inizio forse in pochi l’avrebbero immaginato: la squadra è unita, libera mentalmente e scende in campo senza pressione. Qui c’è il merito di Inzaghi e del suo staff: sono felice per Simone, con il quale ho giocato alla Lazio per una stagione. Lo conosco bene, è bello vederlo all’Inter da vincente”.
Da ex attaccante, qual è la sua opinione su Thuram?
“Onestamente, lo conoscevo poco. Da quando è a Milano, però, mi ha colpito ogni giorno sempre di più: segna gol pesanti, vedi per esempio quello bellissimo nel Derby, e gioca per i compagni. Si tratta di un centravanti moderno, perfetto per stare accanto a Lautaro. Si cercano, si trovano, mi pare che stia anche creando un ottimo feeling dal punto di vista umano. Tutto questo, per una squadra è fondamentale. Bravo Marcus, non è mai facile impattare in un top club come l’Inter come ha fatto lui”.
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Lautaro va considerato come uno dei quattro-cinque migliori al mondo?
“Direi proprio di sì. Negli ultimissimi anni è cresciuto nettamente e segna con regolarità. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, è diventato il capitano: una responsabilità enorme che lui si è preso senza problemi. Ha vinto con l’Inter e il Mondiale con la Nazionale, anche i trofei certificano la crescita del suo ‘status’. E ho un desiderio: che possa vincere la Scarpa d’Oro. Per un bomber come lui sarebbe una soddisfazione incredibile”.
Il suo rinnovo è vicino, nonostante le tante e pesanti offerte: ormai è una bandiera?
“Certe proposte, come quelle arabe, a volte sono difficili da rifiutare: Lautaro l’ha fatto per l’amore che prova nei confronti della società, dei tifosi e della città di Milano. Non credo ci saranno problemi per il rinnovo: resterà per molto tempo”.
Per completare alla grande questo ciclo, Inzaghi dovrà vincere lo Scudetto?
“Al netto di questo, sta svolgendo un bellissimo lavoro: guardate come gioca l’Inter. Tutti sanno cosa fare e vince. Poi certo, il titolo sarebbe il traguardo massimo e glielo auguro, penso abbia tutto per portarlo a casa. Ma voglio ribadirlo: il suo lavoro, insieme a quello dello staff e della dirigenza, è ottimo”.
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La prima rivale per il campionato?
“La Juventus, agevolata dalla possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla Serie A. E sullo scontro diretto del week-end, nessuno parli di match già decisivo: sarà importante, certo, ma è ancora molto lunga”.
I suoi ricordi dell’Inter in un concetto?
“Ti rendi veramente conto della bellezza di ciò che hai vissuto con questi colori solo una volta che non li indossi più. Abbiamo vinto tanto e passato dei momenti meravigliosi insieme: ancora oggi, con tanti dei miei ex compagni ci sentiamo. Sono amici. L’Inter è così”.