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Calcio

Da imprescindibile a capro espiatorio: Mkhitaryan, che succede? E Inzaghi riflette

Salvatore Malfitano
Da imprescindibile a capro espiatorio: Mkhitaryan, che succede? E Inzaghi rifletteN/A
L'armeno ha segnato l'ultimo gol nel derby di settembre 2023, e nell'ultimo è stato tra i peggiori. Il tecnico si fida ciecamente, ma...

È passato più di un anno dall’ultima volta che Henrikh Mkhitaryan ha esultato per un gol. Era il 16 settembre 2023, dall’altra parte del campo c’era il Milan di Pioli: doppietta da protagonista nel 5-1 che ha mandato in orbita i nerazzurri. Un anno dopo sembra essere cambiato tutto. Nel derby perso 2-1 contro gli uomini di Fonseca, il centrocampista armeno è stato uno dei peggiori tra i suoi: la prima rete di Pulisic, ad esempio, nasce da un pallone trattato con estrema sufficienza. In partita non si è mai fatto vedere. E ora tutti gli chiedono i danni, Simone Inzaghi compreso. L’allenatore ha bisogno di avere a disposizione la versione migliore dell’ex Roma, quella capace di chiudere la scorsa stagione con ben 10 assist serviti ai compagni in 36 gare di campionato. Ancor di più adesso, con l’assenza di Barella in mezzo al campo, che si prolungherà per diverse settimane. Per questo, il tecnico studia già le contromisure: spazio a Frattesi, sarà lui a sostituire il compagno infortunato. Con Zielinski pronto a dare una mano in caso, già dalla trasferta di Udine, l'armeno si accomodasse in panchina per recuperare energie.

Corsa, lavoro senza palla, coperture e lanci perfetti. In questi anni Mkhitaryan ha abituato tifosi e compagni a un rendimento super. Il calo è fisiologico, sta nell’ordine delle cose: va gestito, affrontato e superato. Contro il Manchester City ha raggiunto il traguardo delle 100 presenze in nerazzurro, poi nel secondo tempo ha sprecato un’occasione importante. Avrebbe potuto fare certamente meglio, ma da lui ci si aspetta sempre il massimo. Il prossimo 25 gennaio compirà 36 anni, a centrocampo continua a fare la differenza e il suo contratto con l’Inter scadrà nel 2026. Non si è mai lasciato distrarre dalle questioni extracampo, di certo non lo farà adesso. Ha soltanto bisogno di ritrovarsi. E dire che le premesse erano state delle migliori: nei test effettuati durante la preparazione estiva, è risultato uno dei calciatori più in forma. La questione, insomma, non si può ricondurre a fattori anagrafici, anche perché i dati di un mese fa dicono il contrario. Alcuni tifosi hanno evidenziato le ultime prestazioni negative di Mkhitaryan e sembra essere diventato il capro espiatorio del derby perso. Ma Inzaghi e la società sanno bene che le critiche fanno parte del lavoro. L’armeno nella sua carriera ha imparato a tenere lontano le voci e a concentrarsi sul campo. Il dualismo con Zielinski potrebbe essere un fattore positivo per lui: rifiatare potrebbe aiutarlo a ritrovare le giuste energie, non soltanto fisiche ma anche mentali, dopo un avvio di stagione non ottimale. Inzaghi ha puntato forte sull’ex Roma anche in questo inizio: dopo Dimarco e Thuram è il terzo giocatore di movimento più impiegato nella rosa con 386 minuti giocati. Ma il suo apporto va ben al di là dei numeri. È nella tecnica, nelle idee, nell’intelligenza applicata al calcio. Tutte quelle cose – non immediatamente quantificabili – che l’hanno reso, di fatto, uno dei fedelissimi per l’allenatore.

Fonte: Gazzetta.it