Dieci milioni di clausola rescissoria e Amorim sarà il nuovo allenatore del Manchester United dopo che i Reds hanno deciso di chiudere l’era Ten Hag. Il percorso dell’ex tecnico dell’Ajax è stato disastroso soprattutto se si tiene conto degli investimenti del club sul mercato: 564 milioni di sterline bruciate per accontentare le richieste dell’allenatore olandese. In Premier i regolamenti consentono quello che non è invece permesso nel nostro campionato: ingaggiare allenatori già sotto contratto con altri club che a metà stagione cambiano panchina. A settembre del 2022 il Chelsea decise di esonerare Thomas Tuchel, che aveva vinto la Champions League, per puntare su Graham Potter, allenatore del Brighton, pagando una clausola rescissoria di 16 milioni di sterline. Come è finita l’avventura di Potter con i Blues è ormai storia: esonerato ad aprile 2023 e sostituito con Lampard. Quello di Potter fu il primo caso in Premier di allenatore ingaggiato anche sotto contratto, adesso la stessa strada decide di seguirla il Manchester United. In Inghilterra i regolamenti lo consentono e questa regola diventa una possibilità in più per club ricchi come lo United che se vogliono cambiare allenatore non si rivolgono solo a tecnici disoccupati, ma valutano anche i profili di chi è sotto contratto. Proprio i Reds, anche se la notizia non è mai stata confermata dal diretto interessato, avrebbero fatto un sondaggio qualche settimana fa con Simone Inzaghi, attuale allenatore dell’Inter e legato da un contratto col club nerazzurro fino al 30 giugno 2026.
L’uomo copertina del tentativo di rinascita del Manchester United è dunque Rúben Filipe Marques Amorim, 36 anni, da Lisbona. Coetaneo di Cristiano Ronaldo (CR7 è nato a inizio febbraio, lui a fine gennaio), Amorim è cresciuto nelle giovanili del Benfica, prima di debuttare nella Liga portoghese con la maglia del Belenenses nel 2003, squadra in cui è rimasto per cinque anni, fino a quando, e cioè nel 2008, non è tornato al Benfica, per non lasciarlo più. Ritiratosi prematuramente a 32 anni Amorim ha scelto subito di intraprendere la carriera di allenatore. Dopo aver conseguito il patentino, nel 2018 siede per la prima volta su una panchina, quella del Casa Pia in terza divisione. L’esperienza non va alla grande: dopo 22 partite Amorim rassegna le dimissioni, a seguito della decisione della federcalcio portoghese di comminare al club sei punti di penalizzazione, sospendendo inoltre il tecnico per un anno. All’epoca, infatti, Rúben Amorim non era ancora in possesso del titolo necessario per allenare a livello professionistico. Al termine della stagione, comunque, il Casa Pia ottiene la promozione, mentre a Rúben Amorim – la cui squalifica nel frattempo è stata sospesa – viene offerta la panchina dell’Under-23 del Benfica. Lui declina e pochi mesi dopo accetta la proposta del Braga, che lo ingaggia come allenatore della squadra riserve, anch’essa militante in terza divisione.
Tre mesi più tardi, la svolta: il Braga esonera Sá Pinto e decide di affidare la panchina al trentatreenne Amorim. La prima partita si conclude con un esaltante 7-1 proprio contro quel Belenenses in cui ha iniziato la carriera da calciatore. Tre settimane dopo il Braga conquista la Coppa di Lega, superando in finale il Porto grazie a un gol di Ricardo Horta. In campionato raccoglie 8 vittorie in 9 partite, togliendosi la soddisfazione di battere Porto, Sporting e Benfica in meno di un mese. Neanche il tempo di ambientarsi nell’incantevole città del Minho, che Amorim cambia panchina. A richiamarlo sono le sirene di Lisbona, ma non sponda Benfica: a chiamarlo sulla panchina sono gli storici rivali dello Sporting: contratto triennale con una clausola rescissoria da 20 milioni di euro, ma soprattutto la penale da 10 milioni che lo Sporting decide di versare al Braga per assicurarsi i suoi servigi. Poco meno di un anno dopo essersi insediato all’Alvalade, Rúben Amorim conquista la sua seconda Coppa di Lega consecutiva, superando in finale per 1-0 la sua ex squadra. Il successo però non è che l’antipasto per il trionfo di questa stagione. Il calcio di Rúben Amorim s’inserisce nel solco della tradizione portoghese che ha in José Mourinho il capostipite e in Jorge Jesus il punto di riferimento degli ultimi anni. Proprio l’attuale tecnico del Benfica – l’unico a imporre allo Sporting la sconfitta in campionato, dopo 32 giornate caratterizzate da 25 vittorie e 7 pareggi, record d’imbattibilità all-time in Portogallo – è riconosciuto da Rúben Amorim come il proprio maestro. Il suo Sporting propone un 3-4-3 che concede pochissimo agli avversari, grazie alla prestanza fisica del trio difensivo e all’esuberanza atletica dei due esterni. Il calcio che non sarà facile riproporre allo United, dove Amorim erediterà una squadra che sembra aver perso la fiducia in se stessa.
Fonte: Gazzetta.it