Come fosse tutto già scritto. Vincendo contro la Juventus, il Napoli si avvia verso il terzo scudetto della sua storia. Ora è solo questione di matematica e quella, si sa, non è un'opinione.
A volte ritornano: Raspadori decide Juve-Napoli
A volte ritornano. A volte, appunto. Non succede spesso ma la storia ogni tanto ci tiene a ricordare la possibilità di ripetersi, come e quando vuole o forse quando la si cerca di riscrivere.
Con un finale diverso questa volta, così come ha scritto il Napoli sui propri social. In effetti, inevitabilmente, la partita di ieri ha ricordato molto quella del 22 aprile 2018. Esattamente 5 anni fa, il Napoli vinceva a Torino con il gol di Kalidou Koulibaly che mandò in paradiso un popolo intero. Tutto però si fermò allo Stadium e a quella serata: le emozioni e le gioie di quella notte furono cancellate dalla vittoria della Juventus contro l'Inter nel turno successivo e dalla sconfitta degli azzurri contro la Fiorentina.
Stessa storia, finale differente, appunto. Perché il gol di Raspadori ha deciso nuovamente Juve-Napoli nei minuti finalissimi della gara e ora, però, al Napoli manca poco per cucire sulle proprie maglie il terzo scudetto della storia.
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Una notte magica
Il pensiero dei napoletani è andato subito a quella serata, tanto felice quanto poi amaro è stato il finale di stagione. Amarezza, la stessa che ha lasciato l'eliminazione in Champions contro il Milan, scacciata via dal sinistro di Raspadori ieri sera. Un fulmine che ha ripristinato l'entusiasmo azzurro, anzi, l'ha mandato alle stelle.
Le stesse che hanno illuminato la notte di Capodichino. Il Napoli è arrivato dopo le 2.00 da Torino e ad aspettarli c'era un popolo in festa. Consapevoli, la squadra ha omaggiato i propri tifosi sfilando con un pullman nel pieno della notte. Osimhen, Lozano e Kvaratskhelia non hanno resistito all'ebrezza della festa e si sono catapultati sul tetto, cantando e ballando con la propria gente. Propria si fa per dire, visto che uno è nigeriano, uno messicano e l'altro georgiano. Ma Napoli è così e anche loro si sono sentiti a casa fin dal primo giorno in maglia azzurra.
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Sciarpe, bandiere, colori, fuochi d'artificio. La notte napoletana è stata da scudetto, anche senza la matematica.