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Calcio

Dalla riunione senza allenatore a quel "decido io": Milan, Ibra-Fonseca è un rapporto delicato

Luca Bianchin
Dalla riunione senza allenatore a quel "decido io": Milan, Ibra-Fonseca è un rapporto delicatoN/A

Primo episodio. Milanello, vigilia di Milan-Torino, prima giornata di campionato. Zlatan Ibrahimovic chiama la squadra a raccolta e le parla, come faceva da calciatore. Lui e loro. Fonseca non è presente. Secondo episodio. Stadio San Siro, Milan-Torino, 17 agosto. Fonseca un giorno prima aveva parlato di "mercato per me chiuso" ma Ibrahimovic alla presentazione di Fofana dice altro: "L'allenatore fa l'allenatore, la società fa il resto. Non abbiamo bisogno di altri acquisti. Con questi quattro nuovi abbiamo raddoppiato le alternative e poi c'è Milan Futuro. Questi quattro acquisti erano già obiettivi ancora prima di scegliere l'allenatore. Il mercato chiude quando dico io che chiude. Siamo al giorno 6 su 7".

Fonseca non gradisce e lo fa sapere alla società. Pochi giorni dopo arriverà Abraham, a lui graditissimo, in cambio di Saelemaekers, che apprezzava. Terzo episodio. Vigilia di Milan-Liverpool, dopo la vittoria sul Venezia. Ibra torna dalle due settimane lontano dalla squadra e parla di nuovo ai giocatori. Dice che, anche se è stato lontano, il capo resta lui e chiede come vada con l’allenatore. I tre momenti nella vita del Milan - uno pubblico, gli altri due non noti - fanno capire che trovare un equilibrio, tra Ibrahimovic e Fonseca, non è semplice. Ibra è abrasivo, fa riferimento soprattutto a sé stesso e non contempla il compromesso. Ha cominciato quest’avventura con la voglia di essere protagonista e nelle interviste lo fa sempre notare. E' come se seguisse una sua via, un suo modo di essere dirigente, lontano dalle regole e dai manuali. In diversi club la società decide il mercato in prima persona, lasciando un potere molto relativo all’allenatore, ma nessuno lo fa notare in pubblico. Normale che l’allenatore non la prenda bene. Fonseca è in un momento molto difficile, si capisce anche da questi particolari.

Come si capisce che il ruolo di Ibrahimovic è ancora da definire. "Sono il boss", dice lui, ma non è semplice entrare in una società pochi mesi dopo aver smesso di giocare e pensare di cambiarla con forza. Ibra non è stato il primo protagonista sul mercato e l'allenatore non fa eccezione. Sicuramente su Fonseca c’era un gradimento di base di Moncada, che per il 2024-25 comunque aveva scelto Lopetegui, e la decisione su di lui è stata presa da Furlani, un amministratore delegato molto coinvolto sul mercato. Ibrahimovic ha sicuramente avallato la decisione, presa insieme dai tre uomini di riferimento del Milan, ma non è stato in prima fila. E in generale si muove a 360 gradi in società (area commerciale, comunicazione, molto Milan Futuro) ma non entra nelle classiche dinamiche di mercato. Può funzionare? E che cosa dirà domenica sera, se il derby andrà male?

Fonte: gazzetta.it