La rivoluzione estiva, i problemi di inizio campionato, la lenta risalita. La real politik del Catanzaro dopo il divorzio turbolento col tecnico Vivarini (e il d.s. Magalini): obiettivo salvezza come un anno fa, anche se a maggio la semifinale dei playoff per la A era stata il premio meritato per la matricola-sorpresa del torneo. Il nuovo corso poggia su un allenatore in cerca di rilancio come Fabio Caserta, dirigenti come l’ex Bari Polito e l’ex Juve Morganti, ben diciotto calciatori arrivati per dimenticare cessioni eccellenti (di Fulignati e Vandeputte su tutti). Nove pareggi in tredici gare, più di ogni altro in B, segnalano le difficoltà - anche fisiologiche - riscontrate nel corso di una rifondazione per certi versi doverosa (e non ancora completata). Caserta ha cominciato dalle basi lavorando sulla difesa, più solida rispetto al passato come dimostrano le undici reti incassate, ma in avvio ha faticato a imprimere un’efficace impronta di gioco. Due noiosi 0-0 (con Salernitana e Cittadella) lo avevano pure messo in discussione, poi durante la seconda pausa per le nazionali ha sterzato: dal 4-2-3-1 al 3-5-2 che sta garantendo più fluidità alla manovra ed equilibrio nelle due fasi. Il Catanzaro vince poco (due successi con Carrarese e Sudtirol), ma è complicato da battere (k.o. con Cesena e Cremonese) e non perde da sette giornate.
Sabato, contro il Mantova al Ceravolo, cercherà lo scatto giusto prima di riprovarci anche in esterna. Il portiere Pigliacelli non sta facendo rimpiangere Fulignati, il difensore Bonini ha soffiato il posto ad Antonini: in attesa che incidano Pittarello e Buso, crescano D’Alessandro e Compagnon, o si trovi la collocazione ideale per l’ex Toro Seck, sono loro le new entry già promosse in una squadra che poggia ancora sui veterani. Nove degli undici elementi più utilizzati da Caserta sono i reduci delle annate precedenti, dall’esperto Brighenti a Pontisso (tre reti all’attivo). Li trascina il solito Iemmello, bomber e capitano che ha messo il turbo dalla trasferta a Bari di metà ottobre: per lui un gol nei primi otto turni, altri quattro nei successivi cinque, ritmi superiori a un anno fa (quando all’andata aveva colpito in tutto quattro volte). E se Iemmello gira così, non è detto che alla fine si continui a parlare solo di salvezza.
Fonte: gazzetta.it