Mërgim Vojvoda si è conquistato un posto importante nel Torino di Ivan Juric, nonostante fosse partito con qualche problema in questa stagione. La concorrenza nel suo ruolo, poi, l'ha stimolato a dovere e oggi l'albanese è un punto fermo dei granata e del centrocampo a cinque dell'allenatore croato.
Vojvoda sarà il protagonista della diretta di oggi sul nostro canale Twitch insieme a Tommaso Turci e Barbara Cirillo dalle 14:00 alle 15:30.
DAZN Talks, il format
Il tema centrale di DAZN Talks è non avere un argomento fisso . Si passa dal cibo al Fantacalcio, passando per aneddoti divertenti e sogni nel cassetto dei calciatori.
Gli obiettivi, il momento che stanno vivendo e le sensazioni in campo. Insomma una vera e propria chiachierata senza filtri per permettervi di conoscere al meglio i vostri calciatori preferiti.
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Le parole di Vojvoda
Mërgim Vojvoda ha iniziato parlando subito di fantacalcio, dopo aver detto di non essere fidanzato: "Il fantacalcio mi piace. All'inizio non sapevo cosa fosse, poi me l'hanno spiegato. Una volta ho preso un giallo e mi hanno criticato e ora so perché. Per questo non prendo più cartellini gialli (ride ndr.). Djidji, Lukic, mi hanno insegnato loro ma un po' tutti. Qualcuno lo fa, tipo Zaza, Belotti, Pobega".
Ansaldi ha tanta esperienza e mi piace confrontarmi con lui. Gli chiedo quando dribblare, quando giocare semplice e lui mi spiega molte cose. È un grande uomo, ha sempre tempo per noi giovani. Il rapporto con Juric? Sono un professionista e punto a lavorare con lui sul campo. Una volta prima di una partita mi ha abbracciato e mi ha detto "vai mio soldato" e mi diede una carica incredibile. Quando hai la fiducia della società e dell'allenatore dai tutto.
Gli allenamenti sono molto faticosi ma questa è la strada giusta. Devi sempre andare forte, col mister si va a mille, è il primo allenatore che ho conosciuto così".
Dall'idolo alla Maratona
Vojvoda ha anche parlato del suo calciatore preferito: "Ronaldinho in assoluto. Il suo sorriso, oltre che l'aspetto tecnico, era travolgente. Per quanto riguarda il mio ruolo il mio preferito è Dani Alves.
La Maratona ci gasa tanto. Abbiamo davvero bisogno di loro. Purtroppo abbiamo vissuto un momento particolare col covid ma i tifosi così caldi ti danno tanto. Quanto hai finito le energie ti affidi al dodicesimo giocatore, così come li chiamiamo noi. Superga? La prima volta sono andato da solo perché c'era il covid e non potevamo andare insieme. Un mio amico mi ha guidato ed è una cosa che ti fa pensare molto e ti fa rendere orgoglioso di vestire questa maglia.
Ho scelto il Torino perché mi piace una squadra che ha una grande storia alle spalle. Anche allo Standard Liegi era cosi. Quando mi ha chiamato il Toro ho detto subito sì per la storia che ha questa squadra. Sono molto contento di essere qui e voglio lasciare il mio nome qui. La prima partita è stata emozionante, mettere questa maglia è bellissimo, così come indossare la maglia della nazionale. Il calcio può fare tanto, come far conoscere un paese come il nostro".
Vojvoda ha parlato anche della differenza tra il campionato italiano e quello belga: "Un calcio totalmente differente, molto più tattico. In Belgio non si bada tanto a questo, vai sul campo e ti affidi all'istinto, qui c'è tanta preparazione".
La storia di Vojvoda
"Sono nato in Germania durante la guerra in Kosovo. Dopo, però, siamo tornati in Kosovo e siamo rimasti lì un anno e mezzo. Mio padre era un soldato e quando la guerra è finita sono andato in Belgio.
Una storia di tanti sacrifici e questo mi ha reso quello che sono oggi. Io, la mia famiglia, i miei genitori abbiamo faticato tanto per costruire i valori che abbiamo oggi.
La famiglia
Sono zio, manco io adesso per un bambino. Mia mamma mi mette pressione (ride ndr.). Non mi sono mai innamorato perché ho dato sempre più importanza al calcio, visto che non sai cosa può succedere. Però presto spero di trovare una ragazza. Torino mi piace tantissimo ma non ho girato tanto a causa del Covid.
Siamo abituati a mangiare tanto ma io non posso. Mia mamma cucina tanto ma glielo dico sempre che quando ho allenamento non posso mangiare molto.
Carica prima della partita? Mio fratello. Ha sette anni più di me ed è lui che mi accompagnava agli allenamenti e alle partite. Lui ha sempre creduto in me. Mi carica prima e dopo la partita.
Nel tempo libero mi piace stare a casa tranquillo. Guardare la TV, ascoltare musica, riposarmi. Mi piace ascoltare musica francese, hip hop.
Se non avessi fatto il calciatore avrei fatto un lavoro come l'elettricista o il meccanico.
Lo spogliatoio
"Chi balla meglio? Armando Izzo, è l'anima dello spogliatoio. Anche Ansaldi mette spesso la musica ma il DJ è Ola Aina.
Come mi chiamano? Tanti nomi. Mërgim, Megrim, cambiando la g e la r. Il primo a chiamarmi così è stato Juric e da quel momento molti mi chiamano così. Mi sento bene con tutti, Izzo è quello che fa ridere di più. Anche Ansaldi è sempre felice. Faccio tanti auguri ad Izzo per il suo compleanno di oggi.
Siamo una famiglia, spesso ceniamo insieme. Il mister è un professionista e quando c'è una partita sappiamo tutti cosa c'è da fare. Ci alleniamo al massimo e quando finiamo poi ci divertiamo tra di noi.
Izzo anima dello spogliatoio
Chi si veste meglio? Izzo quando si veste bene è quello che ha più stile. Piace ai calciatori andare al campo con la camicia, in Belgio, invece, andavamo allo stadio con la tuta e la maglietta. Mi sono adattato anche io. Ujkani, poi, mi ha portato a fare shopping e mi ha fatto capire come andare all'allenamento e alle partite. Mi piace avere la mia personalità ma devi anche imparare.
Ansaldi non ha stile perché non gliene frega proprio. Si veste anche firmato ma non riesce ad abbinare bene i vestiti.
Bremer è un giocatore incredibile. Può ancora migliorare tanto, è giovane, e speriamo che possa rimanere con noi perché è veramente forte. È un giocatore molto forte fisicamente, lavora tanto. Sempre in palestra dopo gli allenamenti e ho subito capito che sarebbe diventato forte".
Con Milinkovic Savic ho un bel rapporto, perché abbiamo giocato insieme allo Standard Liegi. Mi ha aiutato tanto quando sono arrivato. Belotti rappresenta il Torino, è un giocatore che si fa rispettare.
Non ho gesti scaramantici, prima della partita faccio solo una preghiera per chiedere protezione a Dio. Ci sono giocatori che non cambiano scarpette se fanno bene con quelle ad esempio.
Futuro
"Dove ti immagini? Credo molto in Dio e so che ogni giorno è una fortuna, vivo così. Non so fra cinque o dieci anni dove sarò.
Gli ospiti di DAZN Talks
Nella precedente puntata di DAZN Talks l'ospite è stato Riccardo Saponara, centrocampista della Fiorentina: "L'attaccamento che ho verso Firenze è noto, ho dimostrato negli anni l'amore per questa città. Dopo la stagione allo Spezia lo scorso anno, quando Italiano è venuto a Firenze e mi ha trovato in lista mi ha detto che m'avrebbe tenuto in rosa. Sono contento, con lui riesco a esprimere il mio calcio nel migliore dei modi".
Prima di lui due attaccanti di due squadre ligure, Ciccio Caputo e Daniele Verde dello Spezia. Quest'ultimo ha raccontato quali sono stati i suoi idoli calcistici: "Ho avuto Ronaldo come presidente. Sono cresciuto guardandolo. Anche Ronaldinho! A me piaceva giocare a calcio e mi facevano divertire anche da piccolo". Sulla cultura dell'assist: "Mi piace quando la squadra esulta, mi metto nei loro panni quando fanno gol. Cassano può insegnarcelo, è il re degli assist".
Gli altri ospiti in live sono stati Leonardo Pavoletti, centravanti del Cagliari, e Luca Lezzerini, portiere del Venezia.