Questa mattina Roberto De Zerbi si è svegliato con due certezze. La prima è che da oggi è un allenatore libero, la seconda è che il numero di sigarette spente nel posacenere è destinato ad aumentare: "Senza calcio per me è difficile, fumerò di più...", ha scherzato ieri pomeriggio, dopo l’ultima panchina con il Brighton. Ecco, quelle certezze non hanno una data di scadenza, ma la consistenza è decisamente friabile: sono destinate a sgretolarsi non appena un grande club busserà alla porta. E allora De Zerbi guarda con interesse alle manovre del Milan: il Diavolo si è già fatto sentire in tempi non sospetti, dovesse farsi vivo un’altra volta... Per capirlo servirà del tempo: la lista dei candidati, in casa milanista, è ancora aperta e le “gerarchie” possono cambiare nelle prossime ore. Quello di Paulo Fonseca era e resta uno dei nomi più caldi, ma il Milan non è l’unica squadra ad essersi fatta avanti per lui: saranno in molte le big a cambiare allenatore e il portoghese è in corsa su più piste. Anche il campo, poi, gioca il suo ruolo in questa partita: ieri sera, all’ultima di campionato, il Lilla di Fonseca si è fatto riprendere al 93’ dal Nizza sul 2-2, sprecando il match point che gli avrebbe spalancato le porte della Champions. In coppa ci andrà il Brest, mentre il Lilla dovrà passare dai preliminari: la sua candidatura rischia di perdere appeal.
Sullo sfondo resistono gli altri nomi, da Gallardo a Van Bommel, passando per Scaloni, c.t. dell’Argentina campione del mondo: tutti, come De Zerbi, hanno avuto almeno un contatto con il Milan in queste settimane, gli scenari possono cambiare ancora. Non cambierà invece il destino di Stefano Pioli, che nei prossimi giorni potrebbe incontrare i dirigenti per discutere del futuro. Nel weekend il tecnico dello scudetto guiderà il Milan per l’ultima volta, a San Siro con la Salernitana: salutarsi senza prima annunciare ufficialmente l’addio metterebbe in imbarazzo persino i tifosi in sciopero. Il casting aperto dai rossoneri per individuare il successore di Pioli può offrire a De Zerbi un assist immediato per il futuro. Tanto più perché il suo profilo combacia per molti aspetti con l’identikit del nuovo allenatore tratteggiato dai dirigenti milanisti: De Zerbi è giovane, ha esperienza a livello internazionale — nel curriculum, oltre al Brighton che ha portato al sesto posto alla prima stagione in Premier, centrando una storica qualificazione alle coppe europee, c’è anche lo Shakhtar —, conosce benissimo la Serie A e ha lo stile di gioco che piace ai rossoneri.
Non ultimo, il suo nome accende l’entusiasmo dei tifosi che si erano opposti all’arrivo di Lopetegui. Il nodo, semmai, è capire se il suo punto di vista sul progetto può incastrarsi con quello del Milan: il club di RedBird si è dato una gestione collegiale dove tutte le scelte vanno condivise. Dall’ad Furlani, da Ibra e Moncada, con l’ultima parola che ovviamente spetta a Gerry Cardinale. De Zerbi sarebbe disposto a lavorare in un contesto simile? Quando il Milan aveva sondato il terreno De Zerbi era un allenatore sotto contratto fino al 2026 e, soprattutto, blindato da una clausola che scoraggiava: per liberarlo dal Brighton servivano 15 milioni. Le cose sono cambiate nelle ultime 48 ore, quando il club inglese e il tecnico bresciano hanno annunciato il divorzio: "Abbiamo deciso di porre fine al mio periodo al Brighton in modo che sia il club che io possiamo continuare a lavorare nel modo più adatto a ciascuno", diceva De Zerbi nel comunicato dell’addio. Ieri, al termine del ko con lo United, dopo aver raccolto gli applausi della squadra che gli ha dedicato una passerella e i cori dell’Amex Stadium che cantava per lui, De Zerbi ha ribadito il concetto: "Non abbiamo trovato l’accordo per andare avanti. Io e il club ci siamo confrontati in diversi momenti della stagione, voglio mantenere la mia strada, so molto bene cosa voglio fare ma so di essere un allenatore e di dover accettare le politiche del club. Non ho problemi con loro, devo solo ringraziarli perché mi hanno dato un’opportunità incredibile".
Dietro l’addio al Brighton non c’è un accordo con altri club, come ha sottolineato lo stesso De Zerbi: Roberto aspetta una chiamata, il progetto giusto, e poi valuterà. Ed è in questo quadro che va inserito il Milan, perché l’ex tecnico del Sassuolo non ha mai fatto mistero di voler tornare ad allenare prima o poi in Serie A e perché il Milan, per lui, occupa da sempre un posto speciale: "Non è un club normale, in rossonero sono cresciuto. Sarò riconoscente al Milan per tutta la vita", ha detto in più di una occasione De Zerbi.
Fonte: Gazzetta.it