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Calcio

De Zerbi pronto al salto: Liverpool, Barcellona o Bayern Monaco in corsa per lui

Davide Chinellato
De Zerbi pronto al salto: Liverpool, Barcellona o Bayern Monaco in corsa per luiN/A

La frase che sa tanto d’addio la dice in italiano, nella serata in cui saluta l’Europa League dopo il doppio confronto con la Roma. "Vediamo se riusciremo a raggiungere un’altra volta un traguardo importante, poi l’anno prossimo chi ci sarà penserà a come migliorare questa stagione". 

Ai saluti Quello di Roberto De Zerbi sembra un messaggio nemmeno così difficile da decodificare, un saluto al Brighton che lo scorso anno ha guidato al miglior risultato di sempre in Premier (6°) e nel 2023-24 alla prima storica volta in Europa. De Zerbi con la squadra che l’ha portato in Inghilterra ha un contratto fino al 2026, ma questa è un’estate irripetibile per un allenatore pronto al grande salto come il 44enne bresciano, uno che in Premier considerano quasi alla pari di Guardiola e Klopp e che anche per questo è finito sul radar di tutti i grandi club. A fine stagione ce ne saranno almeno tre monumentali in Europa con la panchina libera e l’idea di affidarsi a De Zerbi: il Liverpool che chiude l’era Klopp, deciso a 56 anni a godersi un po’ la vita messa da parte per diventare leggenda; il Barcellona che Xavi ha annunciato lascerà anche in caso di trionfo in Champions; il Bayern Monaco, che ha già ufficializzato a fine stagione il divorzio da Thomas Tuchel. Nella lista degli estimatori di De Zerbi ci sono anche Chelsea e Manchester United, che hanno allenatori di cui non sono pienamente convinte e che prima di fine stagione potrebbero decidere di cambiare, soprattutto per non perdere un tecnico che sono convinte possa fare meglio di quello attuale. 

De Zerbi ha un contratto da 5 milioni l’anno e una clausola d’uscita da circa 13 milioni . E il Brighton non si metterà di mezzo se vorrà andarsene, non certo per mancanza di stima. Qui entrano in gioco le grandi. Liverpool, Barcellona e Bayern stanno tutte sondando altri candidati e nessuna al momento sembra pronta a fare all-in su qualcuno, compreso il tecnico del Brighton. Tutte però lo stimano, hanno seguito la sua evoluzione, e sono convinte che potrebbe essere l’allenatore giusto per puntare a vincere. Una grande è quello che manca a De Zerbi: ha lasciato l’Italia dopo le due stagioni all’ottavo posto col Sassuolo ha scelto lo Shakhtar Donetsk per assaggiare l’Europa e costruire qualcosa di grande, prima che l’invasione russa dell’Ucraina gli portasse via quel sogno. Ne ha costruito uno a Brighton diventato favola. Ora è pronto al grande salto, ad alzare ulteriormente la sua asticella per vedere cosa c’è al livello successivo. Quello a cui tutti in Inghilterra sono convinti appartenga. De Zerbi per ora ha in testa il finale col Brighton, le ultime 10 partite di campionato in cui «raggiungere un’altra volta un traguardo importante».

Ma l’amarezza, soprattutto dopo l’eliminazione con la Roma, gli resta. Come resta, nell’intero ambiente Premier e non solo, la convinzione che il Brighton sia diventato troppo stretto per quello che De Zerbi è diventato come allenatore: uno che ha dimostrato di saper valorizzare i propri giocatori, che ha un gioco unico che gli ha procurato ammiratori ovunque, a cominciare da Pep Guardiola (sì, nell’ambiente City più di qualcuno è convinto che De Zerbi sarebbe il sostituto ideale di Pep, se e quando lo spagnolo deciderà di salutare). Questa è stata una stagione storica per il Brighton, una che però l’ex tecnico del Sassuolo avrebbe voluto andasse in modo diverso.

Perché la prima volta in Europa è costata tanto, in termini di infortuni ("Provate a togliere alla Roma, Lukaku, Dybala, Paredes, Cristante, Mancini magari, 7-8 infortunati in ogni partita da ottobre a marzo"), di sconfitte durissime da digerire come il 4-0 all’Olimpico all’andata. Il Brighton, parole del tecnico, probabilmente non era pronto al nuovo livello con cui si è misurato: i gabbiani vogliono continuare a crescere, ma conoscono quanto valgono e che il livello a cui sono è straordinario per i mezzi di un club che vende ancora i propri gioielli e per rimpiazzarli prende progetti, non prodotti finiti che facciano la differenza in Europa League. "Sappiamo che prima o poi Roberto dovrà accettare un’offerta per il bene della sua carriera", ha detto recentemente Paul Barber, il massimo dirigente del club. 

Fonte: Gazzetta.it