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Dentro la crisi dell'Inter: cause e vie d'uscita per Inzaghi

Daniele Vitiello
Dentro la crisi dell'Inter: cause e vie d'uscita per InzaghiGetty Images

La sconfitta contro la Roma ha complicato ulteriormente il momento dell'Inter.

Sono quattro ormai le sconfitte in questa Serie A TIM per i nerazzurri, che soltanto una volta nella loro storia si erano ritrovati in una condizione simile di classifica e risultati: correva l'anno 2011 e quella stagione sarebbe finita con un sesto posto per la squadra che cambiò addirittura tre allenatori (Gasperini, Ranieri e Stramaccioni). Un precedente che ovviamente non può sorridere, ma che fotografa con precisione una situazione molto delicata. 

A poco è servito il confronto tra Inzaghi e la dirigenza avvenuto durante la sosta e la vicinanza mostrata da Steven Zhang, che alla vigilia della gara di ieri si era fermato a cena con la squadra ad Appiano Gentile per cercare di compattare il gruppo verso una sfida importante contro l'ex José Mourinho

Inter-Roma, Serie A TIM 2022-2023, DAZN Italia

I problemi di questa stagione

Al Meazza, invece, si sono palesati nuovamenti problemi che l'Inter si trascina dall'inizio di questa annata e anche oltre. Perché, pensandoci bene, la crisi nerazzurra affonda le radici in quanto accaduto a metà campionato scorso, con la sconfitta amarissima nel derby col Milan che ha rovesciato l'inerzia della stagione e sgretolato le certezze della squadra fino a scipparle il tricolore dal petto. 

Quello psicologico sembra il fattore preponderante nel concorso di cause che hanno portato al quadro attuale. Perché, in effetti, quando mancano alcuni uomini (o la condizione fisica non è ottimale) si fa più fatica ad assecondare certi dettami di Inzaghi nel suo 3-5-2, e anche questo è un aspetto sul quale riflettere, ma l'Inter ha gettato al vento gare in cui si è ritrovata in vantaggio e che andavano soltanto gestite con maggiore maturità, evitando patemi d'animo.

Tipo la catastrofica trasferta di Bologna dello scorso anno, per intenderci, non troppo differente proprio da quella sconfitta col Milan e con le prove delle ultime settimane proprio contro il Milan, contro l'Udinese e contro la Roma ieri.

Le riflessioni ad Appiano Gentile dovranno partire dalla testa dello spogliatoio, che ha comunque dimostrato non troppo tempo fa di poter reggere determinate pressioni.

Sull'aspetto tattico, invece, ci si aspetta da Inzaghi qualcosa di diverso per risalire la corrente: rimescolare le carte e provare nuove soluzioni, ben ponderate, potrebbe aiutare a fronteggiare le difficoltà del momento.

I numeri

Due dati, in particolare, sottolineano le difficoltà dell'Inter. Rispetto all'anno scorso ha subito un gol in più (13) ed ora si ritrova con la penultima difesa del campionato e una media che se proiettata per tutta la stagione sarebbe da difesa che lotta per non retrocedere.

Dal reparto avanzato giunge un campanello d'allarme anche più forte, se possibile. Sono ben nove in meno i gol segnati (14): incide, certo, l'assenza di Lukaku, ma forse di più quella di Ivan Perisic, considerando che Lautaro, Dzeko e Correa rappresentano l'attacco titolare della stagione passata.

Gli infortuni

Anche le assenze hanno il loro peso, ci mancherebbe. Iniziando da quella di Romelu Lukaku, sul quale Inzaghi non ha praticamente mai potuto contare. Senza il belga manca un riferimento importante, perché non è soltanto leader tecnico, ma anche trascinatore - ormai uno dei pochi all'interno dello spogliatoio. Il suo rientro sembrava vicino, ma invece bisognerà ancora pazientare.

Servirà pazienza nel gestire anche l'infortunio di Brozovic, che toglie inevitabilmente fosforo alla mediana. Ci sarà modo per vedere all'opera con maggiore continuità Asllani, che già contro la Roma ha lasciato intravedere il suo potenziale.

Se in attacco Correa non sembra in grado di rubare la scena e scalare le gerarchie, 'approfittando' dell'assenza di Lukaku, l'albanese è una scintilla che potrebbe illuminare almeno parzialmente il buio nerazzurro del momento.

 

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Dualismo Handanovic-Onana

In un momento in cui c'è bisogno di certezze, l'Inter si è incartata ulteriormente con il dualismo tra Handanovic e Onana. Il camerunense è arrivato questa estate per affermarsi in nerazzurro e finora non ne ha avuto l'opportunità.

Perché avrebbe bisogno di giocare con continuità, dopo il lungo stop, per ritrovare confidenza col campo e col pallone. Lo sloveno, non più brillante come un tempo, ha di certo il suo peso all'interno dello spogliatoio e anche con questo Inzaghi è chiamato a fare i conti, ma dovrà avere il coraggio di scegliere principalmente in base all'aspetto tecnico.

E' il momento di risolvere un rebus, ma bisogna farlo con convinzione: soltanto così l'Inter potrà lavorare per tornare solida come un tempo.

La posizione di Inzaghi

Simone Inzaghi ha passato sicuramente momenti migliori, ma non si sente ancora al capolinea della sua avventura nerazzurra.

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Alla vigilia di Inter-Roma ha battuto i pugni sul tavolo in conferenza stampa ed è convinto che con un pizzico di fortuna la squadra possa risollevarsi in fretta e tornare a marciare come lo scorso anno ha fatto almeno fino ad un certo punto.

Marotta ieri sera ha rinnovato la fiducia al tecnico, consapevole che tra pochi giorni si ritornerà in campo e la sfida col Barcellona è un altro ostacolo durissimo da affrontare, ma anche un'opportunità. 

Molto dipenderà anche dai prossimi risultati in campionato, ma al momento la panchina non scricchiola per tre motivi: Inzaghi è ritenuto all'altezza della sfida che ha davanti, il budget a disposizione per un possibile avvicendamento sarebbe sicuramente ridotto e sulla piazza non si intravedono al momento profili che potrebbero fare al caso dell'Inter.

Serve però un cambio di rotta repentino, altrimenti nessuna ipotesi si potrà più escludere.