A Milano non si parla d’altro. In Italia solo lo Scudetto del Napoli “tiene botta”. In Europa e nel mondo stanno già preparando le luci giuste e i riflettori più belli, quelli delle serate importanti.
Perché la prossima sarà “la” serata. Anzi, “le” serate: andata il 10 maggio, ritorno il 16. Milan e Inter si affronteranno ancora una volta per la storia, con Istanbul e la finale di Champions League sullo sfondo di una notte che riporterà anche indietro nel tempo, alla semifinale della stagione 2002-03.
All’epoca, a fare la differenza fu anche il regolamento: 0-0 in casa del Diavolo, 1-1 al ritorno (gol di Shevchenko e Martins) e biglietto aereo per Manchester sistemato sul tavolo di Milanello. Questo, tra pochi giorni, non ci sarà: il regolamento è cambiato, praticamente il fattore “casa-trasferta” si avvertirà solo con il “volume” delle tifoserie.
Si dice che le rose di 20 anni fossero di un altro pianeta rispetto a quelle attuali. Vero, molto probabilmente, ma nel calcio contano i risultati. E i risultati spiegano che una tra Milan e Inter – tanto discusse economicamente e tecnicamente, del resto come l’intero calcio italiano – il 10 giugno alle 21:00 sfiderà una super big europea (Real Madrid o Manchester City). Un motivo, in fondo, dovrà pur esserci.
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Uomini e calendario
Al posto di Ancelotti e Cuper ecco Pioli e Inzaghi, all’ennesimo face to face di questa sfida infinita. Entrambi, da adesso, dovranno cercare di gestire al meglio gli uomini a disposizione.
Primo obiettivo: evitare gli infortuni. E il doppio incrocio del 2003 - con Vieri indisponibile e Crespo non al 100% - per i nerazzurri rappresenta un caso assolutamente da non replicare (ricordiamo che dalle semifinali le ammonizioni accumulate si annullano). Allo stato attuale, l’infermeria sorride per entrambe.
Il Milan non avrà Ibrahimovic per circa un mese (lo svedese, tuttavia, non è stato incluso nella lista Uefa), mentre l’Inter rinuncerebbe al solo Skriniar: un’assenza potenzialmente pesantissima, ma che sulla carta farà meno male considerando sia gli ultimi mesi dello slovacco (prossimo giocatore del Paris Saint-Germain e sempre più “lontano” dal pubblico interista) sia il buon meccanismo individuato da Inzaghi con Darmian, Acerbi e Bastoni. Per ora, tutti presenti. Anche se prima della semifinale d’andata ci sono in programma tre (complicate) giornate di campionato.
Per i rossoneri trasferta a Roma contro Mourinho (domani), a seguire Cremonese e Lazio in casa (3 e 6 maggio). Per l’Inter incrocio con Sarri (domenica a Milano), poi Verona e Roma in trasferta (3 e 6 maggio). In vista del ritorno del 16, invece, Milan al Picco di La Spezia, Inter al Meazza contro il Sassuolo. Insomma, per la Champions (via Serie A) è ancora tutto in gioco. E il quarto posto, per mille motivi, vale tanto. Tantissimo.
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"Titolarissimi" e turnover
Tornando al campo, inevitabile che Pioli e Inzaghi debbano gestire pure l’aspetto mentale, per evitare che i propri ragazzi possano già pensare al doppio derby d’Europa. La classifica, d’altronde, è chiara: Lazio seconda con 61 punti, Juventus a -2, Milan e Roma a 56, Inter e Atalanta a 54 e 52.
Impossibile anche solo immaginare di mettere il campionato in secondo piano, un passo falso (specialmente negli scontri diretti) potrebbe fare tutta la differenza del mondo. Avanti con l'ossatura titolare, quindi, di certo in due dei prossimi quattro turni, ipotizzando eventualmente un po’ di turnover contro Cremonese e Spezia, Verona e Sassuolo.
Ipotesi, comunque. Il presente si chiama Roma per il Milan e Lazio per l’Inter. All’Olimpico Pioli se la giocherà con i “titolarissimi”, contro la Lazio possibile qualche (solito) cambio per Inzaghi rispetto all’Inter da Champions: davanti scalpitano Lukaku e Correa, sull'out di sinistra possibile un’altra chance per Gosens con Brozovic in regia.
In Europa, invece, pressoché certe le maglie di Dimarco e Lautaro (con lui ancora Dzeko?). Idem quella di Calhanoglu, che nel tempo ha superato il croato nelle preferenze del tecnico.
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Una storia infinita
In ogni caso, l’undici-base dei due tecnici è chiaro da tempo. L’importanza del doppio match va oltre. E sicuramente la serenità psicologica, la carica e la personalità che le squadre avranno in quel determinato momento peseranno. Come si diceva, prima del 10 maggio Milan e Inter se la vedranno con Lazio e Roma: come sarà la classifica al termine della settimana?
Vincere contro le romane sarebbe un meraviglioso biglietto da visita? Oppure, altra ipotesi, perdendo si avrebbero maggiore cattiveria e voglia di rialzarsi subito, proprio nell’appuntamento più importante? Domande, semplici domande.
Perché il derby è il derby: un match che esula da tutto e che ha regalato storie infinite. Tante inimmaginabili alla vigilia. E i prossimi, a prescindere da come finiranno, ne regaleranno altre.