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Calcio

Doppietta di Lautaro e l'Argentina vola in Coppa America. Impresa Canada: 0-0 col Cile e quarti

Adriano Seu
Doppietta di Lautaro e l'Argentina vola in Coppa America. Impresa Canada: 0-0 col Cile e quartiN/A

Troppa Argentina e troppo Lautaro per un Perù ridotto a comparsa. Già certa del passaggio ai quarti, l’Albiceleste fa bottino pieno prendendosi il primo posto del girone con una prestazione dominante nonostante l’ampio turnover e l’indisponibilità di Lionel Messi. Senza storia la sfida dell’Hard Rock Stadium, dove Lautaro Martinez fa il bello e cattivo tempo firmando una doppietta da urlo che gli consegna la vetta della classifica marcatori del torneo: quattro reti in tre partite per il bomber di Bahìa Blanca, in campo dall’inizio alla fine dopo i due brevi spezzoni contro Canada e Cile. Esordio ufficiale per Valentin Carboni, dentro nell’ultimo quarto d’ora al posto di Di Maria. Fa festa anche il Canada per una storica qualificazione (da seconda del girone) ottenuta grazie allo 0-0 contro il Cile.

Ma i sudamericani, a cui non basta un generoso Sanchez, hanno tanto da recriminare dopo oltre un’ora di gioco in inferiorità numerica per l’espulsione di Suazo. Per l’Argentina sfida ai quarti contro Messico o Ecuador, mentre il Canada - salvo clamorose sorprese - se la vedrà contro il Venezuela.  Il pubblico di Miami non può godersi la Pulce (che punta a rientrare per i quarti di finale) e deve accontentarsi di una versione rivista dell’Albiceleste campione del mondo, per l’occasione diretta da Walter Samuel al posto dello squalificato Lionel Scaloni. Ma alla fine non mancano comunque spettacolo e gol, quelli di un Toro in versione “intratable”, come si suol dire in Argentina. Per il Perù di Fossati, che stavolta punta si affida al veterano Guerrero panchinando Lapadula, non c’è scampo sin dalle prime battute nonostante i ritmi tutto sommato compassati dell’Argentina. I principali pericoli per Gallese arrivano dalla corsia destra presidiata da Di Maria e Montiel, ma col passare dei minuti si moltiplicano i pericoli grazie ai calci piazzati e agli inserimenti dei centrocampisti.

I tentativi di Otamendi (colpo di testa alto), Paredes (punizione) e Lo Celso (deviazione in spaccata) fanno da preludio a una ripresa nel segno del Toro, che nemmeno i sistematici fallacci di Zambrano e compagnia riescono a fermare. Clima opposto a Orlando, dove Canada e Cile se le danno di santa ragione per 98’ prima del verdetto a sorpresa: ad andare avanti sono i nordamericani, che fanno muro davanti a Crepeau senza andare troppo per il sottile. Le entrate rischiose e gli interventi da dietro sono il biglietto da visita canadese nei primi 15’ di gioco, quelli in cui l’arbitro Roldàn e la sala Var perdonano anche una chiara gomitata di Bombita ai danni di Echeverrìa. Peccato che Suazo non goda della stessa indulgenza nei successivi dieci minuti, rimediando due gialli e la conseguente espulsione per due entrate scomposte. Il merito del Cile è quello di non gettare la spugna e, una volta digerite le furiose proteste, gettarsi avanti a testa bassa. Ma la difesa canadese fa muro piuttosto facilmente e a nulla serve nemmeno lo spirito di sacrificio di Sanchez.

Il Nino corre come un dannato, smista una quantità infinita di palloni e si propone costantemente, ma non riesce mai a costruirsi una chiara opportunità e predica nel deserto. Le migliori occasioni, alla fine, sono quelle che confeziona il Canada a fine primo tempo con due tentativi insidiosi di Davies ed Eustaquio. Per contro, la Roja reclama anche un rigore nella ripresa e si mangia le mani per l’assalto finale, con il tardivo inserimento di Brereton. La festa è tutta per il Canada di Marsch, che si gode anche un Buchanan in netta ripresa rispetto alla prima uscita: dentro al 76’, il nerazzurro trova il tempo per abbozzare un affondo e sfiorare il gol con un potente diagonale. Il trattamento riservato a Lautaro è infatti spesso ai limiti del regolamento e, a un certo punto, al bomber nerazzurro rischiano anche di saltare i nervi, ma bastano tre occasioni per piazzare due zampate risolutorie: la prima al 47’, sfruttando una precisa imbucata di Di Maria con un morbido destro a superare Gallese, la seconda all’86’ con un altro tocco di fino dopo essere sgusciato tra Corzo e Zambrano. Nel mezzo, un rigore sprecato da Paredes al 72’ (tiro sul palo) e il debutto ufficiale di Carboni, che trova giusto il tempo per tre strappi sulla corsia destra. Unico neo della serata, la timida prova di Garnacho.

Fonte: gazzetta.it