Ha 26 anni e il numero 26 sulla maglia, è l’acquisto più costoso dell’estate di Serie A e i tifosi della Juventus stanno già imparando ad amarlo. La presentazione ufficiale di Douglas Luiz in bianconero arriva a inizio agosto, quando in meno di un’ora spalmata su due amichevoli lui ha già sfornato due assist da calcio d’angolo, esibito un sombrero e una veronica (con colpo di tacco) più un paio di filtranti particolarmente interessanti. “Ho avuto un’impressione molto positiva di questo inizio – le sue prime parole – , la Juventus è un club enorme e tanti grandi giocatori sono passati da questa squadra, questo mi motiva e mi ha spinto a venire qui. Abbiamo giocatori nuovi, ci stiamo abituando al lavoro di Thiago Motta e a quello che ci chiede, sono molto contento”.
Quando si parla di punti di riferimento, l’ex Aston Villa non si tira indietro: “In Serie A Adriano, Danilo e Felipe Melo per la Juventus. Ho sempre usato la Juventus nei videogame, nei cicli vincenti del club ho percepito la sua grandezza. Usavo Pavel Nedved o Edgar Davids come giocatori, poi la grandezza aumenta con i titoli e la Juventus ne ha vinti tanti. A 12 anni già avevo un’idea chiara dell’importanza di questo club. Il numero di maglia? Avevo visto una foto di Davids e lui mi è sempre piaciuto molto, era iconico con i suoi occhialini. La scelta del numero è stata però un mix di tante cose: la 6 è di Danilo e ci vuole rispetto per chi è già qua. La 26 era disponibile, è stata un po’ una coincidenza: c’è il 6 ed è la mia età”. Infine, una citazione alla possibilità di giocare sia in mediana che sulla trequarti, ambivalenza di cui Douglas Luiz si vanta: “Sulla versatilità ho lavorato sin da quando sono giovane, ho possibilità di giocare più difensivo e capire il gioco, ci lavoro sin da quando ero al Vasco da Gama e al Girona. Ho lavorato duramente su questo aspetto”. “Vengo da un campionato che è considerato il più difficile – continua Douglas Luiz – e sono contento di questa esperienza. Ho lasciato la Premier League perché chiunque avrebbe voluto fare un’esperienza alla Juventus. Non dipende tanto dal campionato, ma dalla grandezza del club. Quando mi sarò ritirato sarà bello raccontare alla mia famiglia che ho giocato qua. La Serie A non sfigura, anche se la Premier League è considerata il top”.
Rispondendo in portoghese alle domande, il centrocampista si dimostra tranquillo e concentrato sulla stagione in partenza tra una dozzina di giorni: “Ora voglio fare di più, so che giocatore sono e conosco le mie capacità, mi sento pronto. Gli obiettivi sono le conseguenze del lavoro che si fa durante l’anno: a volte è meglio dare un assist che fare gol, ci vuole intelligenza nel mio ruolo. Allo stesso modo anche i titoli sono la conseguenza del lavoro dell’anno. Ora ci stiamo abituando a capirci tra di noi, è un gruppo giovane e competente, ci sono giocatori con fame di imparare. Danilo è il capitano e ha esperienza, ci aiuterà molto. Daremo il meglio per la Juventus e se Dio vuole potremo conquistare un titolo”.
Sulla voglia di Douglas Luiz di trasferirsi a Torino, non ci sono mai stati tentennamenti: “Non c’è stato bisogno di tante cose per convincermi, perché la grandezza del club parla da sola. Qualsiasi giocatore avrebbe voluto questa possibilità e io non sono diverso, appena ho sentito della proposta ho manifestato il mio interesse agli agenti e abbiamo lavorato perché tutto potesse andare bene. È un passaggio importante per la mia carriera”. L’entusiasmo, tuttavia, non occupa il posto della consapevolezza sull’asticella alta: “Giocare nella Juventus non può essere facile e sento la responsabilità. Il valore dell’acquisto è alto, vicino ai 50 milioni, e quindi sento la pressione, ma continuerò a lavorare duramente come ho sempre fatto. Voglio anche essere d’esempio, ho 26 anni ma il gruppo è giovane, sono qui per imparare ma anche per insegnare”.
L’impatto del nuovo ambiente sul brasiliano è stato immediatamente positivo, come lui stesso racconta: “Mi ha impressionato la grandezza di questo club, lo stadio e la passione dei tifosi per la società. Credo che sarà una stagione molto importante e faremo di tutto per ottenere grandi risultati, lottando insieme”. Ovviamente un ruolo lo hanno avuto i suoi compagni di nazionale in Seleçao: “Danilo e Bremer hanno aiutato molto in questa trattativa e ogni giorno che mi svegliavo Danilo mi diceva ‘forza Juve’, mi ha raccontato molto del club e mi ha spinto a venire qua. È una motivazione in più sentire qualcuno che ti dice che puoi venire a fare la differenza”. Centrale, nella sua prima stagione in bianconero, sarà il rapporto con l’allenatore: “Sembra che io e Thiago Motta ci conosciamo veramente da tanto tempo, è giovane e ti dà la libertà di comunicare liberamente, di parlare di tattica e degli aspetti del gioco. È un rapporto molto positivo. Sulla posizione in campo non ho una preferenza specifica. Mi piace essere vicino alla porta, ma se la Juve o l’allenatore hanno bisogno di me come ruolo più difensivo non avrò alcun problema. Questa libertà può fare la differenza”.
Fonte: gazzetta.it