Una partita pazza, con un pari che il Genoa acciuffa solo al 96' con una zuccata vincente di De Winter (ma pesanti le responsabilità di Ndika e Hermoso), dopo che la Roma era passata in vantaggio nel primo tempo con la prima rete in Serie A di Dovbyk. Un uno a uno maturato nella fase più tesa della gara, quando in seguito a un precedente infortunio di Pellegrini, De Rossi era stato espulso per proteste. Un Grifone rimasto a galla con il cuore. Una Roma perfettibile, che s’è vista sfuggire di mano la prima vittoria in campionato proprio a un soffio dalla fine. Gli ospiti hanno dovuto aspettare un infinito check Var - sei minuti - prima di esultare. Una buona Roma, nel complesso, sino all’intervallo, con l’intesa fra Dybala e l’ucraino che sta crescendo. Solo discreti, i giallorossi, nella ripresa, quando la maggior pressione del Genoa ha creato tanti, troppi affanni. Un Grifone in difficoltà, dall’altra parte, sino a metà gara, debole sul piano offensivo e pure nella costruzione del gioco, con una mediana che sul finire del primo tempo non regge l’urto dei giallorossi. Meglio, appunto, quando Gilardino interviene con i cambi, rovesciando l’inerzia della gara.
I rossoblù recuperano De Winter (centrale difensivo, al posto di Bani), ma in mezzo pesa l’indisponibilità di Messias (Thorsby al suo posto), con Ekuban (out Vitinha) al fianco di Pinamonti in attacco. De Rossi lascia inizialmente in panchina Hermoso, sceglie la difesa a tre e conferma Pisilli in mezzo al campo, con El Shaarawy che copre tutta la corsia di destra, dove deve frenare le incursioni di Martin e Dybala al fianco dell’ucraino. Molto agonismo ma partita bloccata nelle fasi iniziali, grande ardore Genoa e Roma che fatica ad aprirsi il gioco con lucidità. La prima vera occasione da gol (12’) è giallorossa, con il tacco di Dovbyk per Dybala, che cade in area rossoblù dopo un contatto con De Winter: gli ospiti reclamano il rigore, per l’arbitro Giua l’azione è regolare. Le immagini non aiutano a comprendere se il rossoblù abbia prima toccato il piede dell’avversario o il pallone. La Roma, comunque, cresce, guadagna il possesso del centrocampo, sfrutta le accelerazioni di Pisilli, spinge forte a sinistra con Konè e lì i padroni di casa faticano. La squadra di Gilardino non ha efficacia offensiva, arriva sulla trequarti e poi si ferma.
Alla mezz’ora Gollini è decisivo su una conclusione di Dovbyk, a chiusura di un’azione avviata dal cambio di passo di Pisilli e dalla triangolazione con Dybala. Ed è ancora l’ex Girona (37’) che firma il gol della Roma. Pisilli calcia forte in porta dal limite, Gollini respinge ma l’attaccante raccoglie la respinta e segna. Il dubbio è legato a una possibile posizione irregolare di El Shaarawy all’inizio dell’azione, ma il check Var dà l’ok: rete da convalidare. Servirebbe un altro Genoa per provare a rientrare in partita e allora Gilardino lascia negli spogliatoi Vogliacco e Thorsby, dando spazio a Vitinha e Malinovskyi in mezzo. Difesa a quattro, la fisicità dell’ucraino a centrocampo e tridente offensivo, sale l’intensità, ma la Roma tiene, seppur a tratti con tanta, troppa fatica. De Rossi perde Saelemaekers (caviglia destra ko), dentro Hermoso, ma è il solito Dovbyk che sfiora il raddoppio: Gollini, ancora una volta, ribatte con il corpo. De Rossi capisce che qualcuno dei suoi è in riserva, e allora spazio a Lorenzo Pellegrini, Celik e Baldanzi (fuori Pisilli, El Shaarawy e Dybala). Malinovskyi (22’) su punizione colpisce centrale: Svilar blocca. Gli ospiti soffrono, ma sembrano resistere.
Svilar li salva sull’ennesimo piazzato di Malinovskyi. Dovbyk lascia il posto a Shomurodov, Gilardino richiama Ekuban e Badelj, dentro Ekhator e Bohinen. Il fortino ospite resiste, fino alla zuccata di De Winter. E il pari, alla fine, sembra il risultato più giusto.