Ti aspetti Paulo Dybala, ti aspetti la Roma. E invece spunta l’Empoli (con merito). Nella notte tanto attesa della Joya dopo il no ai milioni dell’Arabia Saudita, nella notte di Soulé e Dovbyk al debutto davanti al pubblico di casa, le luci le accende tutte la squadra di D’Aversa, con una prova extralarge che sorprende i giallorossi: prima Gyasi e poi Colombo su rigore stendono la squadra di casa che riesce solo ad accorciare le distanze con l’inatteso Shomurodov, lasciando l’Olimpico tra i fischi. Un finale amaro ma giusto, mentre la gente incredula lascia lo stadio senza parole. De Rossi lancia per la prima volta all’Olimpico la coppia argentina formata dalla Joya e da Soulé dietro a Dovbyk, mentre Sullo (che sostituisce in panchina lo squalificato D’Aversa) piazza Fazzini come suggeritore di Solbakken e Colombo e punta tutto sulle ripartenze. Al 4’ Cristante allunga per Dovbyk, l’ucraino conclude con grande potenza ma il suo tiro viene deviato. Due minuti dopo è Ismajli a chiudere con tempismo sul centravanti lanciato a rete.
Ma anche l’Empoli dispiega il suo gioco con ordine e vivacità. E riesce ad uscire dai blocchi ripartendo in contropiede: al 10’ prima Fazzini con un tracciante sfiora il palo, poi è Gyasi a mandare clamorosamente a lato a porta vuota su cross di Henderson, quindi ancora un ispiratissimo Fazzini fa tutto da solo e lascia partire un destro che Svilar respinge a fatica, sulla ribattuta Colombo timbra la traversa fallendo un’altra occasione da gol. Per lunghi minuti la Roma fa fatica a rendersi dominante nel gioco, priva com’è di esterni di ruolo, con Soulé e Dybala troppo confinati a destra e l’altro versante quasi scoperto. Tra i primi mugugni e fischi dell’Olimpico, lo scatto d’orgoglio giallorosso si registra al 42’ con un cross di Dybala per la testa di Pellegrini che esalta i riflessi di Vasquez. Ma è un fuoco di paglia perché tre minuti dopo l’Empoli passa: ripartenza veloce, spiovente di Pezzella, spizzata di Colombo e tocco stavolta efficace di Gyasi che frutta il meritato vantaggio. All’Olimpico cala il gelo.
E De Rossi nella ripresa corre ai ripari togliendo Celik e inserendo Zalewski alto a sinistra rimodellando la squadra con 3-4-2-1. La reazione è palpabile quando al 6’ al culmine di un’azione caotica in area Pellegrini colpisce la traversa e Mancini prova a ribadire in rete di testa ma il pallone finisce debolmente sul palo e Vasquez si salva. La tensione è alle stelle, ma la Roma non è brillante e gli ospiti sembrano decisamente più avanti a livello di condizione atletica. Emblematico lo scatto dell’appena entrato Esposito che ruba palla a uno sciagurato Paredes e si procura un rigore, atterrato in area dallo stesso argentino. Dal dischetto Colombo si dimostra freddo e preciso e i tifosi giallorossi non possono che prendere atto del momento critico della loro squadra. De Rossi lancia nella mischia tutti i palleggiatori che ha, con Baldanzi e Le Fee in mezzo. Ma nonostante l’innegabile impegno i padroni di casa non trovano la via del gol, anche per imprecisione al tiro nei sedici metri.
Un cross completamente fuori misura di Zalewski sembra un segnale di resa. DDR, allora, gioca la carta della disperazione Shomurodov al posto di Soulé. E la mossa si rivela azzeccata, perché nella fase più difficile l’uzbeco trova un bel gol di testa al 35’ su cross di un caparbio Baldanzi (ex di turno) che, in precedenza, aveva sottratto a centrocampo un pallone a Cacace. Nel finale, come prevedibile, l’area di rigore dell’Empoli si trasforma in un gigantesco flipper: il pallone schizza qua e là, mischia furibonde, ma questa Roma tanto attesa, con sette giocatori in campo ad un certo punto, non riesce a trovare il pareggio. Anche l’ultimo assalto di Dybala, nei minuti di recupero, si spegne sul palo. E in attacco va pure Svilar, ma niente da fare: è l’Empoli, in fondo al tunnel, a rivedere una luce fortissima.
Fonte: gazzetta.it