Quanti hanno iniziato a giocare a pallone, sognando di arrivare a giocare nella propria squadra del cuore? Quanti possono dire di avercela fatta? Quanti possono addirittura esultare per un gol segnato con i colori dei sogni? Questa è la storia di Federico Dimarco.
L’inizio: dalla Calvairate all’Inter
Federico Dimarco è uno che è nato con il pallone tra i piedi. Cresciuto in zona Porta Romana a Milano, inizia a giocare a calcio proprio in una squadra vicina a casa sua, la Calvairate.
Inizia a giocare presto, perché entra in squadra a 6 anni e ci mette ancora meno a farsi notare dall’Inter, la sua squadra del cuore.
A 8 anni, infatti, entra nelle giovanili nerazzurre, ma non con il ruolo odierno. Come spesso succede con quelli forti e che segnano tanto, comincia a fare l’attaccante e mantiene questo ruolo fino ai giovanissimi, l’Under 15.
Quando arriva il salto negli Allievi, inizia ad arretrare il proprio raggio d’azione fino ad arrivare a fare il terzino. Con la Primavera dell’Inter, vince anche il Torneo di Viareggio 2015, sotto gli occhi di Roberto Mancini all'Arena di Garibaldi di Pisa.
L'avversaria è una squadra che sarà poi fondamentale per la sua crescita: il Verona.
Lanciato da Mancini, esaltato da Juric
Proprio con l’attuale ct della nazionale arriva l’esordio in prima squadra, il primo passo del suo grande sogno. Debutta l'11 dicembre 2014 a Baku contro il Qarabag in Europa League.
All'ingresso in campo, Federico è concentrato, ma contemporaneamente fatica a nascondere un sorriso di chi sta realizzando il suo sogno.
Come tanti, inizia poi ad andare in prestito. Dopo aver fatto il fuoriquota in Primavera nella prima metà della stagione 2015-16, viene mandato all’Ascoli, dove inizia a giocare e a cimentarsi con il calcio dei grandi.
Il suo grande giro lo porterà poi ad Empoli, Sion, Parma e Verona ed è qui che chiude il suo percorso. Con Ivan Juric in panchina, trova grande continuità di gioco e di rendimento.
L’allenatore croato lancia Dimarco come quinto di centrocampo, dove rispolvera le sue qualità offensive da attaccante. Alla fase di spinta unisce anche un’attenzione difensiva e una forza fisica difficile da prevedere, vista l’altezza non elevatissima.
Con la maglia gialloblu dispensa assist, gol bellissimi e intraprende anche un nuovo ruolo, l’ennesimo della sua giovane carriera. In casi d’emergenza infatti Juric lo usa anche come terzo di difesa, posizione da cui può sfruttare il suo mancino anche per impostare. Il calcio del 2021 lo richiede.
Il ritorno a casa: cosa può dare all’Inter di Inzaghi
Il ritorno in nerazzurro è solo l’ultima certificazione della sua crescita. Nell’Inter 2021-22, può rappresentare quel jolly tecnico e tattico fondamentale per Simone Inzaghi.
In una stagione ricca di impegni, Dimarco troverà spazio e già lo ha fatto vedere. Da quinto di centrocampo, dove è in perenne ballottaggio con Perisic, o da terzo di difesa, dove è già il vice Bastoni come si è visto con la Sampdoria.
In più, grazie al suo mancino può anche diventare un’arma in più sulle palle inattive. Quando è in campo, punizioni e angoli sono suoi. Al Ferraris, ha segnato il primo gol in nerazzurro e ha finalmente realizzato il suo sogno.
Ci ha messo 17 anni e non vuole fermarsi proprio ora. In fondo, almeno una volta avrà sognato di giocare Inter-Real Madrid…