Error code: %{errorCode}

Calcio

Flessibilità e pochi esperimenti: come Ranieri può salvare una Roma in emergenza

Andrea Pugliese
Flessibilità e pochi esperimenti: come Ranieri può salvare una Roma in emergenzaN/A
Il tecnico è uno specialista nel risolvere situazioni di caos e nel dare nuove speranze ai giocatori che le hanno perse: a Trigoria non sono pochi

Tanti moduli, ma soprattutto una legge: ottimizzare la rosa e ottenere risultati. Claudio Ranieri può essere l’uomo giusto per una Roma in crisi che è passata dall’idea di calcio di De Rossi (possesso palla, gioco a zona e impostazione dal basso) a quella diametralmente opposta di Juric (aggressività nell’uno contro uno e pressing a tutto campo). Ranieri, in carriera, ha sempre dimostrato di non avere un dogma fisso ma di saper sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori limitandone i difetti. Una prerogativa che l’ha portato a sfiorare lo scudetto con la Roma nel 2010, a vincere una Premier storica col Leicester e compiere tante altre imprese tra Europa e lotta salvezza in Italia. Alla domanda: come giocherà la Roma di Ranieri quindi potremmo rispondere facilmente. Con intelligenza. Il tecnico testaccino nella sua carriera ha privilegiato il 4-4-2, (utilizzato con Fiorentina, Valencia, Chelsea, Parma, Leicester e Juventus). In Inghilterra si è spinto anche sul propositivo 4-2-3-1, ma negli ultimi anni (a Cagliari) ha utilizzato anche la difesa a tre.

Modulo che sembra meglio sposarsi con le caratteristiche della rosa attuale della Roma. Il 3-5-2 quindi, molto diverso da quello di De Rossi e Juric. Squadra ordinata, blocco basso e distanza stretta tra i reparti. Niente esperimenti come Angelino come centrale di difesa o Dybala in regia. Mancini, Hummels (o Hermoso) e Ndicka dovrebbero comporre la difesa. A sinistra Angelino, a destra per ora Celik ma Saelemaekers è sulla via del ritorno e il mercato è vicino. In mezzo un centrocampo folto. L’unico sicuro di giocare titolare sembra Kone, un motorino con strappi che Ranieri ha avuto spesso in carriera. Al centro uno tra Le Fée, Cristante e Paredes, ai lati Pellegrini o Pisilli. Il duo d’attacco: Dybala-Dovbyk. E se la Joya non c’è si punterà su Soulé. Ma vista l’abbondanza di trequartisti (Baldanzi e Soulé) occhio anche a un più adattabile 3-4-2-1. In caso invece Ranieri opti per la sua difesa a quattro, Celik e Angelino come terzini e Mancini (o Hummels) e Ndicka al centro. In mezzo Koné e Pellegrini ed El Shaarawy e Saelemaekers (appena rientrerà) sulle fasce, con Dybala (o Soulé) in appoggio a Dovbyk. Di sicuro Ranieri cercherà di sfruttare al meglio le caratteristiche positive di un gruppo allo sbando. Come aveva fatto Mourinho.

Sir Claudio è esperto in situazioni di emergenza e in supporto a giocatori che hanno perso le motivazioni. E a Trigoria non ce ne sono pochi. I primi ad usufruire della cura Ranieri potrebbero essere Hummels ed Hermoso, fin qui poco utilizzati (il tedesco soprattutto). Ma sperano anche Paredes, El Shaarawy e Cristante, che sono stati già allenati da Ranieri nel 2019 così come capitan Pellegrini e Shomurodov (lo scorso anno a Cagliari, a Ranieri è sempre piaciuto tanto per applicazione e utilità). Chi rischia maggiormente? Difficile dirlo, ma chi sembra sulla via d’uscita è Zalewski. Anche Baldanzi potrebbe trovare meno spazio mentre resta l’incognita Dybala: le presenze in vista rinnovo sono ancora un problema?

Fonte: Gazzetta.it