Paulo Fonseca impressionante per mimica e parole. Dopo la partita è coerente con se stesso: anche se il Milan ha vinto, non cancella i problemi ed è aperto a raccontare come si sente. Come sempre, più di sempre. Il messaggio per la squadra è molto duro. "Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene e insegnare alla squadra. Non so se tutti in squadra possono dire questo. Abbiamo l’ambizione di arrivare qui e dare tutto… e non l’abbiamo fatto". E ancora: "Quando entriamo in una partita decisiva come questa e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per questa maglia, le cose sono difficili. Abbiamo l'obbligo di dare tutto. Si può sbagliare un passaggio, ma è difficile guardare questo".
E la frase forse più forte: "Mai mi fermerò. Io ho la coscienza a posto. Se ci sarà bisogno di portare i ragazzi della Primavera o di Milan Futuro, lo farò. Senza problemi". Messaggio chiarissimo, dritto ai giocatori, evidentemente ai giocatori che si impegnano meno. Lo scoramento, l'abbattimento di Fonseca colpisce molto. Si riassume tutto in una frase: "Sono stanco come se avessi giocato? Peggio. Non posso essere soddisfatto della prestazione. Non sono arrabbiato, ma triste. Certo, abbiamo vinto e siamo in una buona posizione ma io sono fatto così. A volte sono anche stanco di lottare contro queste cose". Stanco di lottare: questa frase da un allenatore è molto forte. Il coraggio di parlare chiaro è evidente e molto apprezzabile però, dopo meno di sei mesi di Milan, Fonseca sembra moralmente molto provato. Troppo, forse. Sì, ma dov'è il problema? Fonseca a Sky ha detto di voler parlare prima alla squadra, quindi di non voler scendere nei particolari, e in conferenza non ha voluto fare nomi. Il concetto però è chiaro: non è soddisfatto dell'atteggiamento, di un Milan che lotta poco e gioca sotto ritmo. "Non è una questione tattica e tecnica - dice Fonseca, non per caso -. Arriviamo qui e in una partita decisiva abbiamo questa sensazione di non fare tutto per vincere. Questa è la peggiore sensazione". Nella testa, allora, resta un concetto: il Milan deve cambiare, in fretta, altrimenti perderà contatto con il suo allenatore.
Fonseca è stato brutalmente onesto... così: "La nostra squadra è una montagna russa. Oggi stiamo bene, domani non lo so. E’ impressionante. La squadra deve capire che questo non può succedere". Lo dice da settimane, ma ora sembra stanco, stanchissimo. E da questo momento si comincia a giocare senza pause: sì, è dura.
Fonte: gazzetta.it