Una furia. Nonostante il gol, nonostante la vittoria e i 3 punti. Al momento del pareggio - poi annullato - del Venezia, Lautaro Martinez si è scagliato contro la panchina nerazzurra prendendo a calci i cartelloni pubblicitari e urlando contro l'arbitro. "Per andare avanti dobbiamo migliorare, tutti. Ma se vogliamo un calcio migliore tutti dobbiamo dare di più - ha sottolineato il Toro dopo la gara -. Zero recupero nel primo tempo e sette nel secondo? Non va bene". Lautaro praticamente si fa eco da solo, quando una volta incassato il gol di Sverko telecamere e microfoni lo pizzicano: "Sette minuti? Sette minuti?". L'argentino lo ripete due volte e sembra davvero incontenibile. Ma poi nella sua analisi post partita passa al campo: "Dobbiamo chiudere prima le partite, serve crescere nei dettagli". Una serata vissuta con emozioni contrastanti, quella di Lautaro, che contro il Venezia è tornato al gol a San Siro in campionato a 249 giorni di distanza dall'ultimo: "Era ora! Ne ho sbagliati due nel primo tempo, ma sono contento che sia servito a portare a casa tre punti pesanti". 249 giorni.
Tanto è servito per rivedere Lautaro Martinez tornare al gol a San Siro in Serie A. Un'astinenza lunghissima, che il capitano nerazzurro ha sicuramente sentito come testimoniato dall'esultanza dopo la rete che ha deciso la complicatissima sfida contro il Venezia: zuccata in porta e palla scaraventata di rabbia pure verso le tribune. L'ultimo gol "domestico" del Toro in campionato risaliva addirittura al 28 febbraio del 2024. Un'attesa lunga più di 8 mesi per l'argentino, che 4 dei 5 gol siglati in questo avvio di stagione li ha trovati lontano dal Meazza: doppietta a Udine, gol decisivo all'Olimpico contro la Roma e al Castellani di Empoli. Nel mezzo, la rete in casa contro la Stella Rossa, ma in Champions League. Ma il gol pesante di stasera aiuterà l'argentino (e Inzaghi) a scacciare via rabbia e pensieri negativi in vista di una doppia sfida dal peso specifico importantissimo contro Arsenal e Napoli tra mercoledì e domenica prossima.
Fonte: gazzetta.it