Matteo Gabbia non si è montato la testa: stamattina è stato tra i primi ad arrivare a Milanello per una seduta extra. La previsione, francamente, era facile. Matteo è sempre stato con i piedi per terra, anche se per 10 secondi li ha messi sui cartelloni pubblicitari di San Siro, e il suo approccio alla vita dopo il gol nel derby non cambierà. Non si sentirà un campione nemmeno se salirà il prossimo scalino della sua carriera. Il prossimo scalino è chiaramente la Nazionale. Luciano Spalletti era in tribuna a vedere il derby e, da c.t., non può non aver preso appunti. L'Italia giocherà il 10 ottobre contro il Belgio e il 14 ottobre contro Israele e sì, si può fare qualche conto. Spalletti a settembre ha chiamato cinque centrali: Buongiorno, Bastoni, Calafiori, Gatti e Okoli. L'ultimo posto sembra attaccabile: Okoli a Leicester sta giocando da titolare ma Gabbia merita una chance. Spalletti lo ha chiamato a dicembre 2022 per uno stage molto allargato (oltre 50 nomi), poi è passato oltre... e del resto, Gabbia al Milan è stato a lungo una riserva. Poi è successo qualcosa.
Sarà stato l'ambiente, sarà stato Albiol, sarà uno dei misteri insondabili del calcio, ma nel post-Villarreal Matteo è un giocatore superiore. L'ultimo c.t. a convocarlo in azzurro è stato Paolo Nicolato, ex c.t. dell'Italia U21 che oggi allena la Lettonia. Lo portò anche all'Europeo del 2021. Ha senso fargli una telefonata per chiedergli di Matteo Gabbia: "Matteo è uno dei ragazzi migliori che io abbia avuto - dice -. Ha un'intelligenza superiore alla media, come calciatore e come uomo. Io l'ho allenato dai 18 ai 21 anni e ricordo chiaramente che a 18 anni era già un uomo. Con lui si poteva parlare di tutto, non solo di calcio". Proviamo a dare qualche spiegazione. Perché Matteo a 25 anni gioca da veterano? E in che cosa è migliorato? "Non conosco la famiglia ma per me il segreto è lì, immagino gli abbia dato molto - dice Nicolato -. Con me ha fatto anche il centrocampista ed è destinato a migliorare ancora perché è intelligente, si applica. Matteo vede un passaggio più avanti degli altri ed è migliorato in marcatura. Ha buon fisico, tecnica e testa. Una volta lo mandai in panchina e ne parlammo, con discrezione e rispetto. Con altri non è possibile". Mister, e il gol? Sorprendente? "Mah, non tanto. Con me li ha sempre fatti".
Fonte: gazzetta.it