Più di cento giorni dopo l’ultima volta, contro la stessa avversaria, la Fiorentina, l’Atalanta torna a casa. Un’altra casa: il Gewiss definitivamente rinnovato con la riqualificazione anche della seconda curva e una capienza di circa 24.000 spettatori, che promettono il primo di una lunga serie di sold out. E proprio da lì parte Gian Piero Gasperini, dallo stadio: "Ci sono entrato prima ed è una struttura fantastica: tornarci sarà una festa e aumentare il senso di appartenenza è fondamentale per Atalanta. È la sua forza e non deve perderla. Per tutto questo va dato merito ad un presidente straordinario, Antonio Percassi, che lo ha voluto fortemente e rimarrà l’uomo più importante nella storia dell’Atalanta, perché sta regalando una cosa straordinaria. E lo ha fatto perché l’Atalanta è parte fondamentale della sua vita: un gesto di grande amore verso la città, i tifosi e la storia della società. È uno stadio bellissimo: quando si fanno certi impianti si pensa anzitutto ai ritorni commerciali, e spero li abbia, ma questo è stato fatto soprattutto per regalare una casa. E domani la gente capirà quanto è stato grande, e anche difficile, questo gesto di grande generosità, fatto senza speculare su nulla, investendo una cifra importantissima. Sarà un fiore all’occhiello per l’Atalanta".
Dopo tre appuntamenti in trasferta (quattro compresa la finale di Supercoppa europea contro il Real Madrid), dunque a casa Dea arriva la Fiorentina dell’allievo del Gasp, Palladino: due squadra a tre punti dopo tre partite, che per motivi diversi arrivano alla sfida di domani con l’obbligo di sterzare. E il Gasp è il primo a riconoscere l’urgenza di un’accelerazione: "Per la prima volta giovedì, nello spogliatoio, ci siamo potuti dire: 'Questa è la squadra per la stagione ‘24-25'. E ieri è stato il primo allenamento fatto tutti insieme: per qualcuno come Kossounou il primo assoluto, per Lookman il primo vero dal 14 agosto. Adesso, da qui in poi, non ci saranno intromissioni del mercato e per un po’ delle nazionali, anche se la convocazione di tre dei nostri con l’Italia è stato un propellente, vuol dire che l’Atalanta è una bella vetrina. Cercheremo di amalgamarci e giocando di fare tutte le nostre “prove” in campionato e Champions. Purtroppo siamo già alla quarta giornata e quelle già giocate contano: metà dei giocatori di movimento sono nuovi, forse non era questo che ci si prefiggeva a giugno, per una squadra che aveva vinto l’Europa League, ma il mercato ha detto questo e da questo bisogna partire. Bisogna giocare, assemblare velocemente le caratteristiche dei giocatori e fare presto: già da domani, cercando di vincere". La Fiorentina è un’avversaria conosciuta, non solo perché allenata da uno dei suoi tanti “figli” diventati tecnici: "Aver dato qualcosa a miei allievi che oggi sono in panchina - e tanti anche della squadra di oggi faranno lo stesso percorso - per me non è uno scudetto, ma una bella medaglia. Palladino è un allenatore forte, ha bruciato le tappe, di sicuro farà bene anche a Firenze: anche lì il mercato ha portato molte novità, è stato importante soprattutto in attacco e Raffaele alzerà il livello della Fiorentina. Sono contento per Gosens: voleva rientrare in Italia, qualche parola c’è stata anche con l’ Atalanta, ma è già partito con un bel gol alla sua maniera e un ambiente che vuole crescere è l’ideale per lui. Contro di loro sarà una partita equilibrata, difficile: è una rivale con cui ci siamo spesso giocati l’ingresso in Europa, e anche per questo partite come quella di domani contano di più". La speranza concreta è di affrontarla non più in emergenza, soprattutto difensiva, finalmente: "Kolasinac e Djimsiti potrebbero anche giocare titolari: arrivano un po’ 'impiccati', ma ieri hanno fatto un buon allenamento, ora vediamo la rifinitura. Lookman è fuori da un mesetto, poi con la Nigeria ha fatto anche due bei gol: è appena rientrato, ma non ha bisogno di molto tempo per inserirsi. Zaniolo non giocherà dal 1’: purtroppo abbiamo avuto qualche settimana di ritardo, anche nella prima della sosta ha fatto solo differenziato, ma in questi ultimi giorni è andato meglio: anche per lui è un po’ un inizio, si riparte da tutte le speranze che si erano alimentate con il suo arrivo. Sulemana c’è, mentre Godfrey è fuori per una lombalgia".
Il tecnico è fiducioso anche sul contributo degli altri arrivi dal mercato: "Rui Patricio è venuto per Musso che voleva andare all’Atletico e questo ha dato una definizione al ruolo di portiere: a livello di qualità tecniche e di possibile peso nello spogliatoio sarà un elemento molto affidabile. Cuadrado è una bella scommessa: è voluto venire a tutti i costi, anche riducendosi lo stipendio ed è stata un’occasione a parametro zero, visto che il club aveva speso tanto. E’ un grande professionista: ha la sua età, è stato fermo a lungo, mi accontenterei che riuscisse a dare, anche a sprazzi, spunti di qualità e presenza. Non so se potrà replicare il contributo di Kolasinac, ma potrà darci un bell’aiuto. Il ruolo di Samardzic? Ancora non so, lo scopriremo vivendo: sento tante opinioni, ma poi conteranno le mie". Le sue, ovvero di un tecnico fresco candidato al Pallone d’oro: "Un risultato straordinario, enorme, perché è un riconoscimento a livello mondiale. Non lo considero un premio solo per la vittoria dell’Europa League, ma anche per quello che ho fatto in questi anni". Anche in Champions League, dove l’Atalanta si riaffaccerà giovedì prossimo, sempre a Bergamo, contro l’Arsenal, e il tecnico non nega che il pensiero vada già anche lì, ad un torneo così prestigioso: "Quest’anno sarà anche più complicata, se faremo bene ci porteremo qualcosa di buono anche in campionato. Parliamo di livello top, anche rispetto all’Europa League, e ci prende molto a livello di pensieri: qualcuno in più di prima fatalmente potrà esserci, anche vista la formula. Arrivare fra il 9° e il 24° posto per l’Atalanta sarebbe un risultato molto importante".
Fonte: Gazzetta.it