Parlare del calciatore che è stato rappresenterebbe un meraviglioso viaggio all’indietro nel tempo: per i tifosi del Milan, in particolare, un susseguirsi di ricordi e vittorie storiche. Per l'intero popolo italiano significherebbe rivivere la notte magica del 9 luglio 2006. Titolarissimo nella Nazionale di Marcello Lippi, titolarissimo nel Milan di Silvio Berlusconi che con Carlo Ancelotti vinse qualsiasi cosa.
Dell’allenatore, invece, si è parlato meno. Forse per i risultati, non in linea rispetto a quelli raggiunti in campo: Ivan Gennaro Gattuso sta vivendo - a modo proprio - una seconda, originale carriera. Quella da tecnico, comunque importante. Con alti e bassi (l’ultimo con l’Olympique Marsiglia), ma allenando squadre prestigiose. Evidentemente, negli anni tanti presidenti e dirigenti si sono accorti del potenziale di Rino: un tecnico brillante e coraggioso, bravo non solo per il carattere (fortissimo e sincero) che l’ha sempre contraddistinto.
La carriera di Gattuso
A Marsiglia, come detto, non è andata come avrebbe voluto: annunciato il 27 settembre 2023 al posto di Marcelino, con la squadra settima e in crisi di risultati, nei mesi successivi non è riuscito a sistemare la situazione. E pochi giorni fa, la società l’ha sollevato dall’incarico a seguito della sconfitta per 1-0 contro il Brest.
Troppo poco il nono posto in Ligue-1 e il bottino di 21 punti conquistati in 16 turni. Ha chiesto scusa soprattutto ai tifosi. Perché Gattuso è così: non si tira indietro, mai si è nascosto prendendosi, quando meritati, i demeriti.
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L'inizio al Milan
L'OM e il caldissimo Vélodrome, ormai, sono il passato. Come lo sono - in ordine cronologico - Sion (nel 2013 ricoprì il doppio ruolo calciatore-allenatore), Palermo, OFI Creta, Pisa (un biennio con non poche difficoltà dal punto di vista societario) e Milan, dove iniziò con la Primavera.
Quello, in particolare, fu il suo momento. Il vero "momento". Quello più importante, della svolta potenziale: nel novembre 2017, a seguito dell’addio di Vincenzo Montella, la dirigenza decise di puntare su di lui per la Prima Squadra. In campionato arrivò il sesto posto con 39 punti conquistati nel girone di ritorno: un cammino positivo, solamente Juventus e Napoli fecero meglio.
La stagione 2018-19, la seconda in rossonero, portò al quinto posto finale in Serie A con la qualificazione in Champions League sfumata per un solo punto. Al termine del campionato le strade di Gattuso e del Milan si divisero, tuttavia pochi mesi dopo (11 dicembre 2019) arrivò un’altra, grande chiamata. Quella del Napoli, alle prese con la sostituzione di un certo Carlo Ancelotti.
La chiamata del Napoli
Nonostante tutto, fu un’esperienza importante, per la società e per Gattuso, che conquistò il primo (e fino a questo momento, unico) trofeo da allenatore: giugno 2020, vittoria 4-2 sulla Juventus ai calci di rigore e Coppa Italia in bacheca.
La stagione successiva verrà ricordata come quella della sorprendente mancata qualificazione in Champions: quinto posto finale a seguito dell’1-1 interno contro il Verona, contro ogni pronostico. L’avventura in azzurro di Gattuso si chiuse lì. E da quel momento iniziò una breve, ma sfortunata serie di scelte. Per varie ragioni.
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Le scelte sfortunate
Legate al mercato furono quelle che lo portarono a lasciare la Fiorentina a neanche un mese di distanza dal suo arrivo: Commisso lo annunciò il 25 maggio 2021, il 17 giugno venne sciolto l’accordo. Gattuso si fermò per un anno, per poi ripartire con il Valencia: pochi mesi, pochi risultati (squadra in zona retrocessione) ed esonero il 30 gennaio 2023. Il resto, come spiegato all’inizio, è storia recente. Con il Marsiglia che ha deciso di sostituirlo con l’arrivo di Jean-Louis Gasset.
Il progetto ideale per Gattuso
Parlando soprattutto di allenatori, spesso sono i momenti a fare la differenza lungo il percorso: probabilmente, Valencia e Marsiglia sono stati "sì" azzardati. Per ripartire, magari dalla prossima stagione, servirà l’ambiente ideale per Gattuso: un progetto sano a livello economico, una tifoseria calda, una rosa di buon livello e la pazienza di attendere l'arrivo dei risultati. In poche parole, un club che abbia fame di scalare la classifica, ma senza l’ansia di farlo necessariamente in pochissimo tempo.
Nelle ultime ore si è parlato anche del Torino: in attesa di capire come finirà il campionato dei granata, l’addio di Juric rimane una possibilità concreta. Il presidente Urbano Cairo, sull’argomento rinnovo del tecnico croato, è stato chiarissimo allontanando questa ipotesi: Gattuso potrebbe essere il profilo giusto per la sostituzione?
Sulla carta sì, a patto che ci siano determinate condizioni. In circa 10 anni come allenatore, Rino ne ha viste parecchie: l’anno prossimo meriterebbe di ripartire potendo lavorare nelle migliori condizioni. E riavere uno così in Serie A, considerando anche il valore della persona, non sarebbe di certo male.