Parola d’ordine: equilibrio. Patrick Vieira , dalle undici di ieri ufficialmente nuovo tecnico del Genoa (contratto sino al 30 giugno 2026), ha scelto un approccio soft nella nuova realtà rossoblù, entrando a Pegli in punta di piedi e dedicandosi a un primo colloquio esplorativo con la squadra, propedeutico alla seduta pomeridiana in campo. Nessuno stravolgimento tattico, il Cagliari è troppo vicino e il ribaltone va ancora metabolizzato dalla squadra per trasmettere al gruppo i nuovi concetti tattici, che partiranno probabilmente dal 4-2-3-1 quasi sempre utilizzato dal tecnico francese. Un passo alla volta, però, anche per cancellare in fretta i vecchi dissapori nizzardi con Balotelli, nei confronti del quale c’è stata subito un’apertura di credito, oltre a un colloquio durante l’allenamento. La stessa, peraltro, concessa al resto della squadra. Ma su Supermario e sul suo rapporto con il nuovo allenatore rossoblù dicono molto le parole del presidente Zangrillo: "Sono due persone intelligenti, si abbracceranno davanti a me". Il passato si cancella così. Ma perché la scelta del Genoa è caduta su Vieira? Il casting del club era stato avviato in realtà da tempo, in vista di un possibile avvicendamento tecnico.
E dopo vari contatti con potenziali sostituti di Gilardino, il ds Ottolini e Johannes Spors hanno scelto Vieira e solo in un secondo tempo l’a.d. Blazquez ha fatto i passi necessari per portare a termine l’operazione: il francese è un profondo conoscitore del calcio internazionale, ha allenato in Mls, in Premier, in Ligue 1, ha studiato il calcio italiano in modo approfondito e ha quelle doti richieste in questo momento al Genoa: non è dogmatico, ha duttilità mentale e tattica, è un profilo di spessore ed è un uomo capace di comprendere le situazioni e di comportarsi di conseguenze. Un gestore di uomini giudicato ideale. Ieri l’ormai ex Gilardino ha rivolto via social un lungo pensiero affettuoso all’ambiente genoano ("vorrei ringraziare chi ha creduto in me, come allenatore e, prima di tutto, come uomo. Grazie a tutto il popolo genoano per avermi fatto sentire parte di qualcosa di unico e straordinario"), più o meno nello stesso momento in cui Vieira, atterrato al Colombo di buon’ora con un volo privato da Strasburgo, iniziava la sua avventura italiana.
In serata il neo allenatore rossoblù e lo staff sono andati con la dirigenza del club, ma prima Vieira si è insediato nei suoi uffici del "Signorini" insieme ai due uomini del nuovo staff: Kristian Wilson, 43 anni, il suo vice già allo Strasburgo e prima ancora performance manager al New York FC durante la gestione dello stesso Vieira. Con loro c’è anche lo spagnolo Aitor Unzué, il tattico e l’analista dello staff, un passato in panchina al fianco di Luis Enrique e figlio di Juan Carlos, storico portiere di Osasuna, Barcellona e Siviglia, nonché nipote di Eusebio, famoso team manager della Movistar nel ciclismo pro. Per il resto, Vieira ha confermato gli altri membri dello staff come segno della continuità. Una sfida nella sfida, per Vieira, sarà quella di far ritrovare il sorriso anche alla piazza genoana, dove la notizia del cambio tecnico è stata accolta con stupore e un po’ di scetticismo. Ma, adesso, è pronta comunque a fare la sua parte.
Fonte: gazzetta.it