Il tackle a gamba tesa con cui ieri pomeriggio A-Cap, principale creditore e finanziatore dei 777 Partners, ormai ex padroni del vapore genoano, ha provato a giudicare illegittima l’acquisizione del 77 per cento delle quote azionarie del Grifone da parte dell’imprenditore romeno Dan Sucu, non ha certo tolto il sonno alla dirigenza rossoblù. Che, forte di un’operazione svolta con tutti i crismi - e con regolare atto notarile, dopo l’approvazione del Consiglio di Amministrazione, come viene ricordato - bolla senza mezzi termine come fraudolento il tentativo del colosso assicurativo americano di rientrare nella partita. Tutto regolare, ribadisce invece il Genoa, per nulla preoccupato da questa antipatica levata di scudi. E poco importa se A-Cap sostiene, di fatto, che il Genoa fosse fra i beni a garanzia dei creditori, e che non può dunque accettare che un soggetto terzo diventi azionista di riferimento del club senza versare nulla ad A-Cap. Sulla vicenda il club genoano ha emesso una nota tanto sintetica quanto dura: "Il Genoa Cricket and Football Club smentisce fermamente quanto riportato in data odierna da alcuni organi di informazione e si riserva di agire nelle sedi competenti per la tutela dei propri interessi e avverso la diffusione di notizie false o inesatte", si legge nel comunicato. Il Genoa ha certezze granitiche sulla bontà del proprio operato e vuole dunque guardare al futuro. Diatribe legali che a villa Rostan, sede del Grifone, insomma, si lasciano scivolare addosso, visto che ora si guarda già avanti. Ieri l’uomo nuovo nella proprietà rossoblù ha seguito l’allenamento a Pegli, incontrando la squadra e il tecnico Vieira, che ha ricavato un’ottima impressione già sul piano dei rapporti umani dal neo-azionista.
L’imprenditore romeno Sucu "porterà stabilità dentro e fuori la squadra - ha commentato Vieira -. Ieri è stata una giornata importante per il club. La garanzia per noi è comunque quella di avere il direttore (Ottolini, n.d.r.) e Blazquez (il Ceo, n.d.r.) rimasti al loro posto. Questo vuol dire dare continuità al lavoro fatto", considerato che proprio il secondo, amministratore delegato del Grifone, ha avuto un ruolo-chiave nella trattativa con lo stesso Sucu, che era stata avviata già sul finire dell’estate e nel pilotare il club in questa delicata fase di transizione successiva ai primi scricchiolii all’interno del gruppo di Miami. Sucu ha lasciato l’Italia ieri dopo pranzo ed è rientrato in Romania: nella serata di mercoledì aveva cenato con la dirigenza in un ristorante della Foce facendo conoscenza per la prima volta con la cucina locale, pesto compreso. Sembra improbabile che il nuovo patron romeno possa rientrare già domani per assistere all’anticipo di campionato contro il Napoli al Ferraris: più probabile che ciò avvenga il 12 gennaio prossimo, quando a Marassi arriverà il Parma nella prima gara casalinga dei rossoblù di Vieira nel nuovo anno. Qualcosa potrebbe mutare nel board della società, con innesti di nuove figure vicino a Sucu, ma la questione deve ancora essere approfondita.
Si parla dei fratelli Paval, la dinastia imprenditoriale più potente della Romania, con un patrimonio stimato superiore ai tre miliardi di euro, e che sarebbero coinvolti in quel piano di investimento da dove sono arrivate le risorse finanziarie di Sucu per entrare nel Grifone. Di sicuro c’è che dalla Romania si parla già di possibili innesti sul mercato di gennaio a cominciare da Ianis Hagi, 26 anni, figlio di Gheorghe, oggi in forza al Glasgow Rangers, ma con un passato di un anno e mezzo (era il 2016) nella Fiorentina, dove aveva totalizzato però appena due presenze. Un profilo che, già sul piano tattico, potrebbe adattarsi alle necessità genoane, visto che nasce come trequartista, ma sin dai tempi del suo breve periodo italiano era stato utilizzato come ala, indifferentemente destra o sinistra. Ruoli dove oggi il Genoa ha dovuto adattare giocatori. Ed è stato lo stesso Vieira, ieri, a sottolineare questo aspetto: "Non dimentichiamoci che, a destra, giochiamo con un terzino (Zanoli, n.d.r.), mentre a sinistra giochiamo con un elemento (Miretti, n.d.r.)che sarebbe più centrale. Pinamonti, dei tre davanti, è l’unico che gioca al suo posto".
Fonte: Gazzetta.it