Non ce l’ha fatta a riportare il Pallone d’Oro in Italia dopo 15 anni. Giorgio Chiellini non era certo tra i favoriti e, anzi, ricevere la prima nomination a 37 anni suona quasi come un omaggio alla sua straordinaria carriera, oltre che al trionfo azzurro a Euro 2020.
Eppure il capitano della Juve e della Nazionale un Pallone d’Oro in bacheca ce lo aveva già.
"Il Pallone d'Oro degli scarponi"
Ce lo ha detto nell’intervista girata a ottobre per Linea Diletta: una lunga chiacchierata tra gli skate e i canestri del Parco Dora di Torino, durante la quale Diletta e Giorgio hanno toccato tantissimi argomenti.
Non poteva mancare, ovviamente, la nomination tra i 30 finalisti del Pallone d’Oro, che Diletta ha introdotto regalando una replica del premio di France Football a Chiellini: “Lo accetto molto volentieri – ha detto Giorgio - mi fa piacere essere tra i candidati. Il riconoscimento personale mi fa piacere, sarà un ricordo positivo che porterò per sempre con me”.
E subito dopo Giorgio ha tirato fuori un piccolo retroscena: “Un dottore che ho avuto alla Juve negli scorsi anni mi diceva sempre ‘sei il Pallone d’Oro degli scarponi’. Una definizione che apprezzo tanto perché, come mi diceva questo dottore, tra i giocatori normali che non sono dotati di chissà quali doti tecniche mi riteneva il migliore”.
L'esempio di Giorgio Chiellini
Il dottore in questione è Andrea Causarano, alla Juve dal 2014 al 2016 e poi alla Roma dal 2017 fino al maggio scorso. Oggi Causarano è il medico del Siena, la squadra della sua città, e in un video ci ha raccontato come nacque quell’espressione “Pallone d’Oro degli scarponi” che Chiellini ha rispolverato durante Linea Diletta.
“L’ho incoronato Pallone d’Oro degli scarponi in una serie di messaggi che ci siamo mandati alla vigilia di un Liverpool-Roma di Champions League, nel 2018 – ricorda Causarano -. Giorgio è un amico, uno che ha fatto della dedizione, del sacrificio e dell’amore per la propria professione uno stile di vita. È un esempio a cui tutti i giovani dovrebbero guardare. È diventato un campione pur non avendo le doti di natura che tanti altri calciatori hanno avuto la fortuna di avere. Andrebbe portato nelle scuole, Giorgio, per far capire ai giovani come ogni obiettivo non dovrebbe essere precluso”.