Gabriele Gravina, presidente Figc, non nasconde la preoccupazione per il caso Juventus nel primo consiglio federale dell'anno in cui è stato eletto Daniele Ortolano come vicepresidente ed è stato approvato il budget 2023.
Sulla sentenza che ha colpito i bianconeri Gravina è chiaro: "A me dispiace, sarei folle a pensare che questa situazione possa generare soddisfazione, sarei un masochista. La Juventus ha sempre rappresentato un modello di economia e valorizzazione degli asset, anche nel lancio del calcio femminile e delle seconde squadre. Sarei pazzo a pensare di gioire che una mia società possa vivere una situazione di questo tipo, ma ci sono delle norme e vanno applicate in maniera rigorosa".
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Le parole di Gravina sulla sentenza Juventus
Il presidente federale continua poi: “Non spetta a me dare giudizi sulla colpevolezza, spetta agli organi di giustizia di cui rispettiamo l’autonomia, ma mi stupisce se emergono alterazioni e ci si appiglia ad alcuni formalismi”.
E sulla possibilità di normare e regolare al meglio le plusvalenze: “Io devo trovare procedure che garantiscano la messa in sicurezza del sistema a prova di bomba, anche con l’aiuto del governo italiano. Quale? Io oggi non vedo strumenti. A livello Uefa ci stiamo lavorando da tempo, in caso di scambio di beni strumentali come i calciatori se non c’è scambio di finanza prendere in considerazione il valore oggettivo presente nel bilancio della società. Noi siamo aperti, vogliamo risolvere questo problema, mettere dei paletti”.
La responsabilità della Figc
Gravina prosegue poi il suo discorso riguardo gli impegni della Figc: "Non abbiamo responsabilità sul caso se non aver voluto verificare fino in fondo, non siamo distratti. Forse l’unica colpa che abbiamo è quella di essere troppo veloci, di non voler subire le lungaggini della giustizia ordinaria. Siamo molto preoccupati. Quello che emerge dà uno spaccato di un mondo che non è bello e questo fa male”.
Le minacce subite
Gravina torna anche sugli episodi di violenza e minacce che in questo momento stanno macchiando il calcio: “Sono cose che danno fastidio, le minacce a Chiné o a me e alla mia famiglia generano tensioni, ma questo clima non mi intimorisce molto poco. Ho le idee abbastanza chiare su cosa fare nel mondo del calcio, oggi il consiglio ha dato segnali di compattezza, andiamo avanti pensando alle riforme. Il calcio va cambiato”.
La questione Superlega
Infine un commento sulla sentenza del Tribunale di Madrid favorevole alla Superlega: “Aspetterei marzo, tra un paio di mesi ci sarà la decisione dell’Unione Europea che mi sembra abbastanza orientata. La decisione di oggi lascia il tempo che trova perché riguarda il territorio spagnolo. Vedremo che succederà a livello europeo”.