Il Toro è fuori dalla Coppa Italia, passa l’Empoli. Risultato sorprendente ma legittimo, frutto di una gran serata di Haas (assist e rete decisiva) e pure di una clamorosa svista arbitrale che nega ai granata un rigore solare, con il Var colpevolmente silente. Per il Toro è indubbiamente una delusione ma adesso all’Olimpico arriva la Lazio. E l’incoraggiamento finale della Maratona fa capire che gli entusiasmi non sono sopiti, la fiducia del popolo nella capolista del campionato rimane salda. La sfida inizia con una occasione per Adams che su cross di Pedersen non riesce a girare in porta nell’area piccola. Il turnover ragionato di Vanoli vede inizialmente in panchina il tandem d’attacco sudamericano a beneficio dello scozzese che fa coppia con Karamoh: è l’unica mossa a sorpresa.
In difesa rientra Coco che però si piazza sulla sinistra lasciando il centro a Maripan mentre a destra agisce Walukiewicz. A centrocampo un previsto Linetty in regia con Gineitis e Tameze come paggetti laterali, sulle fasce Pedersen e Lazaro. Nella linea arretrata dell’Empoli spiccano i giovani. Il portiere è Seghetti (2005), la coppia centrale è formata da Tosto (2006) e Marianucci (2004) ma pure in avanti agiscono dei "minorenni", ovvero Konate (2006) ed Ekong (2002) che supportano Pietro Pellegri, smanioso ex di turno. Ritmi non elevati, Tameze (pallonetto dalla distanza, debole e centrale) e Gineitis (fiondata da lontano di poco fuori) provano a insidiare il portierino ospite ma il gioco granata non decolla anche a causa del pressing puntuale portato dai centrocampisti di mister D’Aversa, loro sì molto esperti: De Sciglio, Sambia e Hamas. Quest’ultimo al 30’ confeziona un invito in mezzo all’area sfruttato di testa dopo un guizzo felino da Ekong, capace di sgusciare alle spalle di Walukiewicz: 1-0 Empoli. La reazione granata produce subito vibrate proteste da parte di Adams che spunta in piena area, anticipa il portiere in uscita bassa e va a terra. L’arbitro non ravvisa il tocco della mano di Seghetti sul piede dell’attaccante scozzese e il Var si astiene. Incomprensibilmente. Nell’intervallo mister Vanoli medita un significativo cambio tattico: con l’ingresso di Zapata al posto di Gineitis e con Sosa al posto di Walukiewicz il Toro si predispone all’assalto. Ora in campo ci sono tre attaccanti perché Karamoh e Adams pur piazzandosi alle spalle di Duvan agiscono al limite dell’area toscana, pronti a sparare.
E al quarto d’ora entrano pure Ricci (per Tameze) e la promessa Njie (2005) rimpiazza Karamoh sulla destra. Proprio il vivacissimo Primavera crea le premesse del pareggio strappando un pallone sulla trequarti e servendolo al centro, con i giri giusti, sul piede di Zapata (18’). Il colombiano non calcia subito ma in dribbling si crea comunque lo spazio per trafiggere Seghetti: la mira però non è centrata, palla sul fondo. D’Aversa, che in avvio di secondo tempo aveva applaudito il suo ragazzino Tosto capace di stoppare in extremis una cavalcata di Karamoh, inserisce via via forze fresche: prima Solbakken per Konate e poco dopo Colombo rileva Pellegri mentre Grassi prende il posto di Henderson. A partire da metà ripresa il Toro alza i giri del suo assedio e al 29’ raccoglie i frutti della crescente pressione: cross di Ricci in mezzo all’area dove svetta Adams: 1-1. Qui D’Aversa si gioca la carta Gyasi. Ma è il portiere Seghetti a tenere in piedi la baracca quando Zapata gli sbuca davanti in seguito a caparbia e travolgente azione personale: l’uscita sui piedi dell’attaccante è davvero tempestiva. A tre dalla fine Vanoli si gioca la carta Dembele, sacrificando il pilastro difensivo Coco. Proprio al 90’, però, è l'Empoli a trovare l'episodio decisivo con Haas che, con una bella girata, riesce a trafiggere Milinkovic. Nei minuti di recupero sale al proscenio il portierino toscano che con due voli angelici nega il 2-2, regalando ai suoi il passaggio del turno e il derby con la Fiorentina agli ottavi.
Fonte: gazzetta.it