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Calcio

Higuain: "Voglio allontanarmi dal calcio. Dopo il ritiro farò altro"

Redazione
Higuain: "Voglio allontanarmi dal calcio. Dopo il ritiro farò altro"DAZN

"Sono sicuro che quando smetterò di giocare, mi siederò e penserò a tutto ciò che sono stato in grado di vincere. Sono super orgoglioso di ciò che ho ottenuto. Ho giocato per i migliori club al mondo". Parole che non tutti hanno la possibilità di pronunciare, ma che Gonzalo Higuain merita di potersi dire davanti allo specchio a ridosso del suo ritiro. 

L'attaccante argentino, ora in MLS all'Inter Miami, ha annunciato che al termine di questa stagione appenderà definitivamente gli scarpini al chiodo. E il calcio perderà uno dei bomber più forti di sempre.

Il Pipita ha raccontato le sue emozioni in una intervista concessa a Goal.com: "Ho giocato in Nazionale per nove anni, ho giocato in Coppa del Mondo, Champions League e ho raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato nella mia carriera.

Vincere o perdere è una conseguenza; la cosa più importante è il percorso, ed è qualcosa che la gente non mi toglierà mai. Ho avuto una carriera meravigliosa".

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La lunga carriera in giro per l'Europa

"La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid, poi ho giocato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, poi sei mesi al Milan, sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l'affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club in cui ho giocato e anche in Nazionale.

Probabilmente non ho lo stesso legame che mio fratello ha verso i Columbus, perché non volevo passare così tanto tempo in un club. Volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per squadre differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque. Federico ha un legame incredibile con Columbus, ma il mio approccio al calcio era diverso".

Le emozioni vissute a Napoli

"Sono momenti impossibili da dimenticare. È una delle sensazioni più belle che puoi provare da giocatore, ossia sentire uno stadio pieno di persone che urla il tuo nome dopo un goal: mi viene la pelle d'oca a pensarci oggi. Ma può succedere anche il contrario. Nel calcio non è tutto bello. Un giorno 60.000 persone stanno urlando il tuo nome, quindici giorni dopo potrebbero insultarti.

Le cose cambiano velocemente, molto velocemente. Quindi nel tempo ho cercato di imparare che gli elogi non mi portano troppo in alto e le critiche non mi portano troppo in basso".

Dopo il ritiro

"In questo momento non ci sto pensando, ma questo campionato e questo Paese mi hanno fatto imparare e capire come posso godermi tutto ciò che prima non ero in grado di fare. Amo mia figlia e mia moglie, la mia vita ruota attorno a loro. Sono quelli che sono con me nel bene e nel male.

Per quanto riguarda le altre attività, magari mi piacerebbe esplorare il mondo della cucina, magari suonare la chitarra o imparare l'inglese, ma non ho alcuna intenzione di restare nel calcio, almeno a breve termine. È un mondo che ogni giorno diventa sempre più tossico e non mi ci vedo più dentro.

Voglio allontanarmi dallo sport. Sì, lo guarderò, ma so cosa ho vissuto. Penso sia solo un mondo a cui non appartengo tanto quanto pensavo di appartenere inizialmente. Dopo il calcio voglio aprire la mia mente e godermi la mia famiglia e la mia vita".