Gli mancava solo il numero dieci sulle spalle. Perché dentro quella pettorina bianca, sul ritmo delle prime danze della cura Vanoli, a un certo punto ha cominciato a dare spettacolo. Mercoledì pomeriggio Krisztofer Horvath ha svolto il suo primo allenamento con Paolo Vanoli, ieri il bis. Dal primo soffio di vento è stato uno spettacolo niente male: tecnica purissima in vetrina, giocate di prima, almeno tre numeri in versione assist per i compagni che saranno sicuramente entrati tra i ritagli che il nuovo tecnico granata si riporterà al Filadelfia. Se trattasi di antipasto, è stato di grande interesse. Luci granata: questo gioiellino di 22 anni emerso dalla pregiata scuola ungherese è partito alla conquista del Toro. Non si mettono insieme per caso 17 gol e 9 assist nel principale campionato ungherese nelle ultime due stagioni, tra i 20 e i 22 anni.
Un triennio fa, nel suo primo e unico campionato di Serie B in patria, aveva addirittura fatto il botto a 19 anni con 21 gol e 14 assist. In Ungheria Horvath è ragazzo prodigio da grandi numeri, il Toro non vede l'ora che possa cominciare a scrivere la sua parabola vestendo il granata. Perché la storia tra Horvath e il Toro parte da lontano, da molto lontano: al Filadelfia vi mette piede per la prima volta nell'estate 2020. Lo porta il direttore tecnico Davide Vagnati e lo consegna allo staff tecnico della Primavera: ha un grande talento, ma - all'epoca a 17 anni - ha bisogno di tempo. Un'annata in Primavera, poi il Toro lo manda per tre stagioni in prestito in Ungheria dove comincia la scalata. Cresce sempre, migliora di anno in anno, il Torino ne segue (e si informa) costantemente dei progressi e dell'evoluzione. Entra negli appunti anche del c.t. ungherese Marco Rossi, un vecchio ragazzo del Filadelfia, che gli fa giocare due gare con la nazionale e se lo porta all'Europeo. Di ritiri con la prima squadra ne ha fatti già un paio: due anni fa, ad esempio, segnò due bellissimi gol nelle amichevoli precampionato. Il primo, da applausi, contro l'Eintracht. Ma stavolta è diverso, stavolta è arrivato mercoledì a Pinzolo per restare.
Horvath è entrato nel radar di Vanoli e questo ritiro sarà per lui come un esame di maturità. A vedere ciò che il campo sta raccontando, si può dire che abbia superato le prime prove. Un anno fa ha rinnovato col Toro fino al 2025, nel contratto c'è un'opzione per allungare di un'altra stagione che, magari, tra qualche tempo il Torino potrà esercitare. Da ragazzino aveva un carattere istintivo, quasi fumantino, che ha imparato a smussare e a cambiare negli anni. D'altronde, il messaggio inviato in bottiglia a Vanoli prima di arrivare dice già tutto... Dopo l'Europeo con l'Ungheria avrebbe avuto un paio di settimane di vacanza. Invece Krisz (così lo chiamano gli amici) vi ha rinunciato: è rimasto in Ungheria, ha passato un po' di tempo con gli amici, soprattutto si è allenato dal giorno dopo la fine dell'Europeo. Il motivo? Il suo più grande desiderio è conquistare il Toro e giocare in Serie A. Ha sudato tanto per farsi trovare pronto a Pinzolo, almeno alla pari con gli altri compagni.
Una bella prova di maturità. È un calciatore offensivo: in altri tempi, sarebbe stato il classico dieci. In Ungheria in questi anni ha fatto spesso il 9, giocando anche attaccante esterno, trequartista, centrocampista. È molto versatile. Nelle prime esercitazioni a Pinzolo, Vanoli lo ha provato da mezzala destra nel 3-5-2 ricavandone un'impressione positiva. Chi lo conosce racconta di lui come un ragazzo di buon cuore, molto generoso e dentro di sé molto fiducioso. Ne parla spesso, non si nasconde a chi gli vuole bene: nel suo cuore c'è il Toro. E i granata non vedono l'ora che il gioiellino esploda dentro casa.
Fonte: gazzetta.it