Nello scudetto 2023-24 il suo contributo è stato maggiore rispetto a quello nel tricolore 2009-10, ma quando la scorsa estate è stato acquistato in prestito con obbligo di riscatto dal Bologna per un totale di dieci milioni di euro, Marko Arnautovic sperava di avere un impatto ancora maggiore nella stagione nerazzurra. Perché, se nell'anno del triplete era un ragazzo di vent'anni che arrivava a Milano (in prestito) preparato a fare molta panchina perché aveva davanti molti campioni, nell'agosto scorso è tornato alla Pinetina con uno status ben diverso. E pure con altre ambizioni, solo in parte concretizzatesi. Partiamo dalle cifre per capire bene qual è stato finora l'apporto dell'austriaco alla causa. Grazie alla mezzora di sabato a Reggio Emilia ha superato quota 1.000 minuti in stagione, dei quali 661 nelle 25 presenze in campionato. In A è stato titolare in appena 3 occasioni, 2 per sostituire l'infortunato Lautaro a fine dicembre; ha al suo attivo 2 reti e 3 assist.
Anche aggiungendo i 2 gol in Champions, un fatturato troppo limitato rispetto al 2022-23 quando al Bologna, nonostante i problemi fisici, di gol ne aveva firmati 10 in 24 gare. Sotto le due Torri Marko era titolare inamovibile della squadra nonostante in rosa ci fosse un certo Zirkzee, che ancora non aveva mostrato (come adesso) tutte le sue qualità. All'Inter invece è tornato per fare la riserva di Lautaro e Thuram e sapeva che avrebbe avuto un spazio limitato o comunque proporzionato al suo rendimento. Ecco perché la sua speranza era quella di recitare qualcosa di più di un... cameo nel film scudetto. Non ci è riuscito a causa dei due infortuni muscolari che lo hanno messo k.o. (quello alla coscia sinistra di settembre lo ha costretto in infermeria per 11 incontri tra Inter e Austria; quello alla coscia destra di marzo lo ha tenuto fuori 4 gare), ma anche a causa dei suoi errori sotto porta in particolare contro il Bologna in Coppa Italia, contro il Verona e il Lecce (quando però ha servito un assist di tacco per il 2-0 di Barella) in campionato e contro l'Atletico in Champions, prima di firmare l'1-0 della sfida d'andata.
Nello spogliatoio Arnautovic è uno dei più benvoluti dai compagni perché sa fare gruppo, ha sempre avuto una parola di conforto per i compagni e soprattutto non ha mai detto una frase fuori posto quando non veniva utilizzato. Durante la festa post vittoria casalinga contro il Torino, ha chiamato l'applauso e l'urlo di San Siro esattamente come era successo all'alba al Meazza dopo il trionfo in Champions del 22 maggio 2010. Adesso è felice con i suoi due tricolori, ma non ha certezze assolute sul futuro, a dispetto del contratto fino al 2025 da 3,7 milioni netti (con i vantaggi del Decreto Crescita). Inzaghi si è complimentato con Marko anche sabato ("Lui e Sanchez sono stati importanti quest'anno e vorrei tenere tutti"), ma ha anche detto che il suo desiderio è quello di allargare la rosa. E siccome è arrivato Taremi (e il Niño Maravilla non sarà trattenuto), il suo ragionamento puntava a sottolineare l'esigenza di un'altra punta, con Arnautovic che resterebbe come quinta opzione. O sarebbe ceduto in caso di offerta che non causerà una minusvalenza di mercato.
Fonte: Gazzetta.it