Cento giorni per fare l’Italia, per definire i dettagli di una Nazionale che Spalletti sta ricostruendo dopo l’addio improvviso di Mancini in estate. Cento giorni al calcio d’inizio di Germania 2024: appuntamento il 14 giugno a Monaco di Baviera con Germania-Scozia. Gli azzurri debuttano l’indomani contro l’Albania. Le prime sei partite del nuovo c.t. sono state tutte dentro o fuori: non si poteva sbagliare, vietate le fughe in avanti o gli esperimenti da Stranamore perché l’obiettivo era uno soltanto, l’Europeo. Fallire da campioni in carica, dopo aver saltato Qatar 2022, sarebbe stato peggio di un’apocalisse. E quindi 4-3-3, soliti nomi, al massimo il rientro di Jorginho tornato ai suoi livelli nell’Arsenal di Arteta. Ora però il classico non basta. Serve una nuova dimensione. Tenendo conto dei suggerimenti tecnico-tattici del campionato. Dal campionato arrivano segnali inequivocabili. Intanto, il ricorso alla difesa a tre di squadre serbatoio: l’Inter su tutte, poi la Juve, l’Atalanta, il Torino, in stagione anche il Napoli di Mazzarri e la Roma di Mou, mentre De Rossi è partito a quattro ma si è esibito anche con un 3-4-2-1. Insomma, questa Nazionale può adeguarsi, senza perdere però la sua identità recente del 4-3-3. Due sistemi che possono convivere. La tournée americana sarà fondamentale per capire se la nuova veste può migliorare l’Italia. E comunque il doppio sistema tattico sarà una ricchezza da non sottovalutare, anche Francia e Inghilterra non disdegnano l’alternanza. Secondo punto: i selezionabili. Premesso che il fixing di inizio marzo non può mai essere definitivo, e in tre mesi può succedere tutto, la cornice ampia è chiara. Spalletti si affiderà al blocco difensivo Inter, insuperabile, con Darmian, Acerbi e Bastoni, arricchendo il reparto con giovani emergenti: Buongiorno (a destra e al centro), Calafiori (centrale, laterale a quattro e a cinque) e Cambiaso (esterno e centrocampista) sono nomi in rosso sul suo taccuino. A loro va aggiunto Bellanova che sta incantando con una corsa travolgente a destra: il torinista avrà presto la possibilità di giocarsi le sue chance. In mediana, il Pellegrini in versione De Rossi è un grande acquisto. Non mancherà Frattesi, riserva con Inzaghi ma sempre eccellente con Spalletti. Sicurezze totali da Di Lorenzo e Dimarco. Tutti multiruolo. Problemi in più in attacco. C’è una crisi di vocazione dei centravanti. Immobile non si risolleva. Scamacca, ex 9 ideale del c.t., rischia se non reagisce mostrando un carattere fin qui assente. Kean è scomparso dai radar. Lucca è giovane. Restano Retegui e Raspadori. Non mancano invece le soluzioni per la linea dei due trequartisti. Pellegrini è nel suo ruolo. Chiesa può benissimo adattarsi (e sarà sempre meglio del ruolo centrale cui lo costringe Allegri): per Spalletti è il “Sinner” dell’Italia. Lo stesso Raspa sarebbe interprete ideale tra le linee. Frattesi può vestire l’abito dell’incursore. In quella zona può agire anche Barella lasciando il doppio mediano (dipende dalle caratteristiche dell’avversario). E poi c’è l’incognita Zaniolo, fuori dai giochi nell’Aston Villa ma potenzialmente gran giocatore. Spalletti cercherà di volta in volta la soluzione migliore per il nuovo “quadrato” di centrocampo, due bassi (Jorginho-Barella), due alti (Pellegrini-Chiesa); sistema che in fase offensiva, con gli esterni che avanzano, finirà col somigliare al 3-2-4-1 di Guardiola. Spalletti valuterà tutto, anche e soprattutto i comportamenti. I selezionati per gli Usa, e poi a Coverciano, faranno bene a dimenticarsi playstation e notti al video: in campo e in allenamento serve gente concentrata per 90 minuti. Questo è forse l’obiettivo primario. Perché la prima Italia di Spalletti, pur con la sconfitta in Inghilterra, e il pari sfortunato in Nord Macedonia, ha sempre giocato un bel calcio, offensivo, verticale, pochi passaggi verso il gol. Solo che non c’è stata continuità lungo tutta la gara, ogni tanto la luce si spegneva. Saranno giorni intensi quelli americani e poi a Coverciano, perché Spalletti tenterà una “full immersion” da allenatore di club, per rendere definitivamente squadra quest’Italia. Giovane, multiruolo, offensiva e, perché no, sorprendente. Tra pochi giorni si parte per Miami e New York, alla scoperta dell’America, cioè dell’Italia.
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I leader, i dubbi, i giovani: a 100 giorni dall'Europeo, l'Italia che ha in mente Spalletti
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