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Calcio

I senatori di Motta: da Gatti a Vlahovic, così la Juve sogna con i nuovi leader

Fabiana Della Valle
I senatori di Motta: da Gatti a Vlahovic, così la Juve sogna con i nuovi leaderN/A
Oltre a Danilo, in cinque con l’esempio stanno aiutando il tecnico a far crescere giovani e neoarrivati

Più che un mago, Thiago Motta si sente un ragazzo fortunato. E non solo perché, come ha spiegato una volta durante una conferenza stampa, ha il grande privilegio di fare il lavoro che gli piace in un club molto prestigioso, la Juventus, ma anche perché alla Continassa ha trovato terreno fertile per far germogliare i suoi principi. Concetti di gioco ma anche regole comportamentali che sono inderogabili per uno come lui, abituato a mettere il lavoro davanti a tutto e con un solo metro di giudizio: il merito. Se la squadra ha assimilato così in fretta il suo credo e il nuovo tecnico ha potuto lanciare con successo giovani della Next Gen e nuovi acquisti, subito capaci di inserirsi con lo spirito giusto, Motta deve dire grazie ad altri ragazzi che si sono calati subito nella parte e con l’esempio hanno agevolato la missione del tecnico. Giocatori che non hanno il curriculum e l’esperienza di capitan Danilo, ma che come lui stanno rendendo più semplice l’innesto dei nuovi e il coinvolgimento dei giovani: partendo da Federico Gatti, che nelle prime tre giornate — col brasiliano in panchina —, ha indossato la fascia, e passando per il compagno di reparto Gleison Bremer e il jolly Andrea Cambiaso, fino ad arrivare al punto di riferimento della mediana Manuel Locatelli e al centravanti goleador Dusan Vlahovic.

Capitani in campo e leader in allenamento e negli spogliatoi, simboli del nuovo corso bianconero, pronti a raccogliere eredità pesanti come quelle di Buffon, Bonucci, Chiellini e Marchisio, giocatori indimenticabili che hanno scritto pagine indelebili di storia juventina.  Il gruppetto è eterogeneo per età e anzianità in bianconero, ad accomunarli è la predisposizione alla fatica e la capacità di mettere la squadra davanti a tutto. Danilo ha iniziato la stagione con tre panchine di fila, situazione inusuale per uno come lui abituato a giocare tanto, ma questo non gli ha impedito di essere prezioso nella formazione della nuova Juve. Ha accettato le scelte di Motta — che lo ha tenuto fuori perché lo vede un po’ indietro fisicamente rispetto agli altri — e si è messo a disposizione dei compagni, dimostrando grande professionalità. Di sicuro ci sarà spazio — e tanto — anche per lui, che può giocare centrale oppure terzino (sia a destra sia a sinistra) e che è l’unico della rosa (oltre a Motta da giocatore) ad aver vinto la Champions League.  Lo stesso atteggiamento collaborativo Thiago lo ha trovato negli altri quattro moschettieri, tutti titolari nelle prime tre partite e tutti utili nell’economia del gruppo. Non è un caso che senza Danilo l’allenatore abbia deciso di affidare la fascia a uno di loro, Gatti, che vanta solo 66 gettoni con la Juventus. Con Motta non contano gli anni di militanza, ma l’atteggiamento e la dedizione assoluta. Perciò ha voluto premiare Federico, che in allenamento ci mette l’anima e trasmette i valori giusti. Quando giocherà Danilo è probabile che la fascia torni sul suo braccio, ma il messaggio mandato da Thiago è chiaro: non esistono gerarchie che non possano essere sovvertite dal merito.

Perciò non è da escludere che, come succedeva anche a Bologna, la fascia possa ruotare e Bremer, Locatelli, Cambiaso e Vlahovic si candidano per raccoglierla per quello che hanno fatto vedere finora al nuovo allenatore. Gatti e Bremer hanno facilitato l’inserimento di Savona, due partite da titolare sulla corsia di destra, Cambiaso ha agevolato l’innesto di Juan Cabal, tre gare dall’inizio, Locatelli sta facendo crescere Nicolò Fagioli e la new entry Khephren Thuram e Vlahovic è un punto di riferimento per Kenan Yildiz e per la piacevole novità Samuel Mbangula. A colpire Motta è stata la rapidità con cui i quattro hanno recepito non soltanto le sue idee di gioco ma anche la sua filosofia. Quando in allenamento hai giocatori che mettono in pratica esattamente quello che tu gli chiedi diventa sicuramente più semplice inculcare gli stessi concetti anche negli altri. Così Motta è riuscito in poco tempo a creare un gruppo, dove il singolo, indipendentemente dall’età e dai gradi, sappia mettersi al servizio degli altri. Per Thiago è l’unica strada per ottenere risultati. E con l’aiuto dei nuovi leader Gatti, Bremer, Cambiaso, Locatelli e Vlahovic, oltre a Danilo naturalmente, per giovani e nuovi è più facile calarsi nella parte.

Fonte: Gazzetta.it