Le ambizioni del Milan. Reijnders come giocatore più in crescita della squadra. Il suo legame con il club. Zlatan Ibrahimovic è stato intervistato da "UEFA Champions League Magazine", la rivista ufficiale della Champions. Un po’ ha risposto con dichiarazioni formali, da manager, un po’ ha lasciato parole di cuore. Queste, divise per temi. "Credo nel progetto, credo in ciò che rappresenta il Milan, e penso di condividere la stessa visione delle persone che ci lavorano e della proprietà, perché vogliono fare cose straordinarie. Vogliono fare la storia, vincere, e quando si parla di vincere, è lì che mi sento vivo. Farò qualsiasi cosa per vincere e non mollerò finché non vincerò. L’ambizione è fare la storia. Fare la storia significa vincere trofei, e il Milan storicamente ha vinto molti trofei, quindi è qualcosa che va avanti".
Poi una frase non da Zlatan: "Entro in questa nuova situazione con umiltà, passo dopo passo, e sto imparando molto". Nell’approccio con il club però non è andato esattamente passo dopo passo… Ha comandato con decisione, dove poteva, dal primo giorno. Anche cambiando responsabili e dipendenti. "Penso che Christian sia il nostro Captain America. Sta facendo cose straordinarie, si vede che è felice; essere al Milan rende felice ogni giocatore. Quanto a Reijnders, penso sia il giocatore che è cresciuto di più in breve tempo. È arrivato dall’Olanda, dal grande lavoro fatto all’AZ, e sta facendo un lavoro eccezionale. È diventato un giocatore importante per la squadra, per il club e per la sua nazionale, dimostrando di essere un profilo di alto livello. Come ogni giocatore del Milan, però, verrà ricordato per ciò che vince. Se non vinci, non vieni ricordato".
"Ho giocato in molti club, club straordinari, grandi squadre, ma il club che mi ha dato di più nella mia carriera è il Milan. Non sono in una situazione in cui voglio ricevere; al contrario, voglio dare qualcosa in cambio". "Da quando ho accettato di smettere di giocare, sto bene. Sono in pace con questa decisione, quindi non sento la mancanza di giocare a calcio. Non è che mi manchi giocare in sé. Siamo giovani, affamati, con grandi ambizioni e una grande visione, e nessuno è soddisfatto finché non otteniamo ciò che vogliamo, che è vincere". Sì, vincere... ma come? "Qui si lavora in modo diverso e sotto condizioni diverse. Per esempio, ora diamo molta attenzione ai giovani perché crediamo in loro. Se guardiamo al calcio italiano, non possiamo paragonarlo alla Premier League. Dobbiamo lavorare in condizioni diverse, essere più intelligenti e fare mosse diverse, e questo è ciò che stiamo facendo. Lo scopo è rimanere chi siamo e arrivare sulla scena globale, perché il Milan è globale". Qui sembra di sentire parlare Cardinale.
Fonte: gazzetta.it