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Calcio

Il Clasico disastroso, le polemiche, le star che non girano: la crisi del Real che aspetta il Milan

Filippo Maria Ricci
Il Clasico disastroso, le polemiche, le star che non girano: la crisi del Real che aspetta il MilanN/A
Ancelotti e i Blancos martedì al Bernabeu in Champions proveranno a ripartire dopo giorni difficili: le scelte di Carlo

Rabbia, incertezza, dubbi. In ordine sparso. Il Madrid che aspetta il Milan è fermo da una settimana visto che ieri sera doveva giocare a Mestalla ma la partita col Valencia è stata ovviamente rinviata per la tragedia che ha travolto la Comunitat Valenciana. Altre partite del campionato sono state giocate, e la cosa ha attirato sulla Liga critiche feroci e unanimi. Il Madrid tornerà in campo martedì dopo 10 giorni di stop. L’ultima uscita della squadra di Ancelotti è stata sabato scorso, il tremendo 4-0 incassato al Bernabeu dal Barcellona che ha spedito i catalani a +6. Poi, due giorni dopo, il lunedì, un altro rovescio doloroso: la mancata assegnazione a Vinicius del Pallone d’Oro, che alla Casa Blanca consideravano scontata. Al disastro nel Clásico il Madrid ha risposto col silenzio (nessun giocatore in zona mista e quindi solo la breve conferenza stampa di Ancelotti per analizzare la débacle col Barça), mentre alla delusione parigina il club ha abbinato una figuraccia pure mondiale cancellando il volo della delegazione da oltre 50 persone e lasciando lì al Theatre du Chatelet, senza ritirarli, i premi alla miglior squadra, al miglior allenatore e al miglior cannoniere.

Il Madrid si sente maltrattato ed è in lotta con tutti, Liga, Federazione, Uefa, i vicini per il rumore dello stadio, ma Ancelotti ha altri problemi. Ha recuperato Rudiger, però non Courtois e Rodrygo, assieme ovviamente a Carvajal, martedì col Milan. Carlo in questo tribolato avvio di stagione sta muovendo le sue pedine, senza però riuscire a trovare la formula giusta che garantisca equilibrio dietro e fuoco davanti. Kylian Mbappé segna pure (8 gol in 14 uscite) ma è intristito e poco brillante: non ha ancora fatto una grande partita ed è lontano dal suo galactico livello. Il fatto che ami giocare esattamente sulla casella preferita di Vinicius resta un tema tattico irrisolto, così come l’assenza di un centrocampista d’ordine e non di sola corsa come quelli a disposizione di Ancelotti. Valverde, Tchouameni e Camavinga sono diversi da Kroos. Jude Bellingham è marginale, lontano dalla porta. Un anno fa segnava a raffica, quest’anno deve correre e la cosa non gli aggrada più di tanto, anche perché è evidente che lo sforzo e la posizione (ultimamente sulla destra, quando era sempre stato altrove) contribuiscono al suo zero alla voce gol segnati.

Lucas Vazquez non è Carvajal, e il ragazzino che con Alfredo Di Stefano mise la prima pietra a Valdebebas ha enormi qualità, dentro e fuori dal campo: difende, attacca e unisce la squadra. Il suo infortunio è un danno enorme. Per martedì Carlo ha due maglie per tre uomini: Tchouameni, Camavinga e Modric. Col Borussia, il 5-2 che era nato come uno 0-2 preoccupante, quando c’era ancora Rodrygo, i francesi erano partiti in panchina. Col Barça sono stati entrambi titolari e il croato è entrato di rincorsa nella seconda parte. Da qualche giorno è tornato sano anche Brahim: l’ex milanista è stato un ricambio importante lo scorso anno, vediamo se entra nell’equazione dei titolari. Ancor più difficile la posizione di Arda Guler, giovane prodigio turco che quest’anno non gioca mai.

Fonte: Gazzetta.it