29 anni, cinque titoli in bacheca in otto anni con il Brescia, oggi difensore titolare dell’Inter di Rita Guarino, nonché unica nerazzurra ad aver disputato gli ultimi sei derby di Serie A. Alla vigilia del terzo Milan-Inter stagionale, il primo di Poule Scudetto dopo i due di Regular Season, Lisa Alborghetti si racconta a 360°. Il capitano del Biscione punta alla terza vittoria consecutiva contro la sua ex squadra nella sfida di sabato 22 aprile alle 12.30 (diretta su DAZN dalle 12.30).
Quarto anno all’Inter. Com’è cambiata la squadra dall’arrivo di Rita Guarino?
"Sicuramente è stato un enorme cambiamento. È un’allenatrice che ha vinto tanto e ci ha fatto crescere non solo a livello di mentalità, ma anche nel modo di allenarci e di affrontare le gare. La sua forza però sta soprattutto nella comunicazione e nel dialogo. Sa capire a perfezione le dinamiche dello spogliatoio".
Da centrocampista a difensore centrale: com’è stato il passaggio al nuovo ruolo voluto dalla sua allenatrice?
"Si dice che un centrocampista centrale possa fare senza problemi il difensore centrale. Non è così immediato; anzi è tutto diverso. Si hanno più spazi da coprire e una zona ben precisa da difendere. Da centrocampista hai libertà d’inserimento, di tiro e di movimenti senza palla. Quando arretri questi aspetti vengono meno, ma la visione resta. Per questo mi piace ancora l’impostazione dal basso. Devo solo trattenermi quando l’istinto mi dice di tagliare dentro e avanzare in mezzo (ride, ndr)".
Qual è stata la partita più difficile di questa stagione? Ce n’è una che vorrebbe rigiocare?
"La più recente con la Roma, persa 6-1. I cinque gol di scarto non ci sono andati giù, non sono da Inter. In ogni gara c’è qualcosa in cui avremmo potuto fare meglio, ma quando commetti degli errori contro avversarie che sanno approfittarne, li paghi carissimi. La Roma è senza dubbio una di quelle squadre che alla minima distrazione ti puniscono. Siamo però abituate a ripartire ogni volta, mantenendo la nostra consapevolezza".
Dopo essere rimaste imbattute in 15 delle 18 gare di Regular Season sono arrivate tre sconfitte di fila. Cosa è mancato?
"Tralasciando il ko con la Roma, che – seppure lo scarto sia stato pesante – sta dimostrando di giocare un campionato a sé, nel corso della stagione dei momenti difficili ci sono sempre e dipendono da infinite variabili. In queste tre partite è stato così ma la chiave è lavorare sui punti di forza e migliorarli. Sicuramente si gioca a calcio per vincere e arrivare più in alto possibile, quindi escludo che il fatto di aver chiuso la prima parte di stagione tra le prime cinque ci abbia in qualche modo rilassate. Anzi, il bello è iniziato proprio nella Poule Scudetto".
Considerando le ultime tre stagioni di Serie A, è l’unica nerazzurra ad aver giocato sei derby su sei. Come finisce il settimo?
"Visto che sono arrivate tre vittorie e tre sconfitte, speriamo di portare a quattro i successi per l’Inter. Negli ultimi anni ogni partita è complicata perché il livello delle squadre si è alzato, ma il derby è qualcosa di diverso in tutto e per tutto. Si sente nell’aria, vieni trasportato da tutto quello che rappresenta. Non lo viviamo con tensione ma si sente tanto a livello emozionale".
Il prossimo sarà il 50° gol in Serie A. Ce n’è uno più bello degli altri?
"Chissà che il 50° arrivi proprio nel derby (ride, ndr). Non ne ricordo uno in particolare, ma – ragionando da “ex” centrocampista – mi piaceva di più fare assist. Oggi da difensore mi stimolano più i duelli, dove devi prevalere col fisico".
A proposito di gol, la miglior marcatrice del campionato è la nerazzurra Chawinga. Come la ferma un difensore?
"A me piace sfidare Tatbitha perché la sua bravura ti spinge al limite. È veloce e fisicamente straripante; ma anche dal punto di vista tattico è devastante. La sua intelligenza in campo ti impedisce quasi sempre di anticiparla. Se perdi l’attimo in velocità non la recuperi; se leggi bene il movimento ti sposta la palla. È una partita di scacchi in cui devi decidere la mossa in pochissimi secondi".
La Serie A vanta sempre più talenti internazionali. Cos’ha reso più affascinante il nostro campionato?
"Sicuramente il Mondiale nel 2019 in cui l’Italia ha fatto benissimo; ma anche la crescita dei singoli club, che hanno iniziato ad affacciarsi in Champions League e a farsi conoscere in giro per l’Europa. Sono stati fondamentali gli investimenti delle società maschili, le strutture e la passione dei tifosi. Siamo all’inizio ma siamo cresciute a livello esponenziale. Poi con il Professionismo..."
Per una veterana di Serie A (più di 250 presenze nel campionato italiano) cosa significa questo traguardo?
"Il professionismo è stato una conquista per cui vanno ringraziate quelle ancora più veterane, che si sono battute per arrivarci. È un traguardo importantissimo: al di là della visibilità, ci sono molte più tutele a livello personale. Non andranno mai dimenticati gli sforzi fatti da chi ora ha smesso col calcio giocato ma che ha lottato con ogni mezzo affinché le ragazzine potessero avere la strada “spianata”. Allo stesso tempo noi siamo chiamate ad alzare il livello in Serie A ed è quello che accade da qualche anno: dalle più mature alle emergenti il tasso tecnico e la qualità sono cresciuti in modo importante".
I numeri di Lisa Alborghetti in Serie A 22/23
- Presenze:15
- Minuti giocati: 1243
- Palloni intercettati: 35
- Palloni recuperati: 64