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Calcio

Il Milan, la Roma e l'Australia: i perché dell'amichevole che non è piaciuta a Deschamps

Alessandro Grandesso e Marco Pasotto
Il Milan, la Roma e l'Australia: i perché dell'amichevole che non è piaciuta a DeschampsN/A

Nell'irrisolvibile contrapposizione che mette di fronte - da sempre, e sempre metterà - le esigenze dei club con quelle delle nazionali, Didier Deschamps non ha usato molti giri di parole per raccontare il suo malumore nei confronti del Milan: "Organizzare una tournée in Australia in pieno ritiro della nazionale, non è molto simpatico", ha detto nelle scorse ore il c.t. francese alla Gazzetta. Il riferimento va all'amichevole giocata venerdì dai rossoneri contro la Roma a Perth, che aveva visto il Milan partire per l'Australia lunedì della settimana scorsa, per fare rientro in Italia sabato. Non tutto il Milan, ovviamente, era quello che interessava a DD. Ma quello di Hernandez e Giroud (non Maignan, che essendo infortunato non ha preso parte alla trasferta intercontinentale). In tutto questo contesto il Milan ritiene ovviamente di aver fatto tutto in modo legittimo, in base anche alle proprie esigenze sportive, ma soprattutto di carattere commerciale. La settimana australiana culminata col match contro la Roma (perso 5-2) era infatti organizzata in particolare nell'ottica di sviluppo e visibilità del marchio in territori normalmente battuti poco o nulla (basti pensare che l'ultima visita rossonera in Australia risaliva al 1993).

Con un cospicuo "gettone di presenza" (per entrambe le società) e nell'ambito di un evento che ha visto il coinvolgimento del Governo del Western Australia, Paese dove il Milan - secondo i dati in possesso del club - conta una base di tifosi che supera i 2 milioni di persone, con diversi fan club. Ragionamenti e "regole d'ingaggio" chiaramente simili per la Roma. A entrambi i club peraltro, come avviene in questi contesti, era richiesta per contratto una partecipazione minima di giocatori di prima fascia - quattro - per dare un senso alla partita e alla lunga trasferta. Qui però le filosofie sono andate in direzioni un po' diverse: il Milan, per sua stessa scelta, ha portato la maggior parte della rosa (assenti l'infortunato Maignan, più Leao e Pulisic per motivi personali), mentre la Roma ha optato per lasciare a casa i nazionali attesi dai rispettivi tornei continentali.

Insomma, a ognuno le proprie esigenze. E, ovviamente, le proprie (lecite) considerazioni. Una "scampagnata" non gradita da parte di un allenatore che - già contrariato da calendari sempre più carichi che accorciano progressivamente i ritiri delle nazionali - aveva puntato il dito sull'impegno rossonero fin dall'annuncio della lista dei convocati per l'Europeo. Eravamo ancora a metà maggio quando DD aveva già fatto trasparire un certo malumore, tagliando corto a chi gli chiedeva se Giroud e Theo Hernandez avrebbero potuto essere disponibili per la prima amichevole con il Lussemburgo, in programma per il 5 giugno a Metz: “Non giocano perché viaggiano”. Un modo per esprimere il disappunto nei confronti di una gara organizzata in un altro continente al termine di una stagione comunque molto lunga: “Cinque giorni di trasferta, 24 ore di viaggio all'andata, 24 al ritorno... Ma è anche una questione di date della Fifa che apre il suo ciclo il 3 giugno, quindi i dirigenti milanesi ne hanno tutto il diritto, ma non vi nascondo che ci sono poche probabilità che i giocatori rossoneri rientrino nei piani per la nostra prima gara”.

In compenso, attaccante e terzino, e magari pure Maignan, in fase di ripresa, potrebbero scendere in campo il 9 a Bordeaux contro il Canada, prima dell'inizio del ritiro in Germania, il 12 giugno e dell'esordio ufficiale del 17 contro l'Austria.

Fonte: gazzetta.it