Sognare è gratis. E quindi immaginiamo la prossima Champions tutta “italiana” con Inter, Milan, Juve, Bologna (le prime quattro del campionato); Roma (5a, qualificata grazie al ranking Uefa); Atalanta (vincitrice dell’Europa League); e Napoli (campione d’Europa e 7° in Serie A). Sette italiane. Una tempesta perfetta. Possibile? Teoricamente sì, perché il regolamento della nuova Champions a 36 consente di qualificare fino a 7 club per campionato. Poi però scendiamo sulla terra. E, aspettando i risultati di Champions ed Europa League, possiamo realisticamente sperare nel quinto club: siamo in testa al ranking Uefa stagionale con quasi due punti sulla terza (l’Inghilterra). Da non crederci ma è così.
La nuova regola del posto in più via ranking non poteva arrivare in un momento migliore. L’Italia comanda. La strada è ancora lunga ma, a sorpresa, il vantaggio aumenta ancora invece di ridursi, come poteva essere prevedibile. Facciamo meglio di Germania (un punto sotto), Inghilterra (quasi due), Francia (più di due) e Spagna (più di tre). I due campionati con il miglior ranking stagionale prendono uno slot supplementare nella Champions ‘24-25. D’ora in avanti andrà così, i posti nelle coppe dell’anno dopo non saranno sicuri fino alla fine. Le nostre chance sono concrete. Non era scontato. Qualche segnale era arrivato già l’anno scorso con il secondo posto: un “onore” senza però effetti tangibili. L’ultima volta secondi era successo nel 2015 e, prima ancora, nel 2005. Peggio ancora il 1° posto: quasi non ci ricordiamo com’è fatto. L’ultima volta che abbiamo finito la stagione in testa risale, letteralmente, al secolo scorso: era il 1999.
Un’altra epoca calcistica per i nostri club che dominavano le tre coppe. Eravamo stabilmente al comando del ranking assoluto (calcolato sugli ultimi cinque anni) e primi o secondi quello stagionale (tranne nel 1996). Davvero non poteva esserci coincidenza migliore. Allegri direbbe saggiamente “calma calma”, perché due punti sono recuperabili dai quarti in avanti: ma se il nostro contingente resterà compatto — abbiamo perso soltanto la Lazio — sarà più facile arricchire il coefficiente. Poi arriverà il momento delle domande su quello che sta succedendo. Un Liverpool-City in A ce lo sogniamo. Non abbiamo i campioni di Real Madrid, Psg e Bayern. Spesso, ma meno di prima, andiamo a due all’ora. Ma in Europa corriamo. Non sarà, come diceva Prandelli, che ci accordiamo inconsciamente per non farci del male ma, quando sollecitati, rispondiamo a tono? Nel caso, servirebbe uno psicologo di quelli buoni.
Fonte: Gazzetta.it