Come ritoccare un film che già di suo era candidato all’Oscar. L’Inter l’ha fatto. Ha messo il piedino di Zielinski a ingentilire un centrocampo che era già il miglior reparto della Serie A. E allora sai cosa c’è? C’è che val la pena mettere a confronto quel reparto con quelli delle quattro semifinaliste dell’ultima Champions League. Per carità, ci sono tanti metri di paragone possibili. Scegliendo i gol, scegliendo cioè la capacità di incidere direttamente sul risultato con una finalizzazione, si scopre che l’Inter è all’altezza delle top d’Europa. Solo il Real Madrid ha più reti nelle gambe degli interisti. Con una postilla, in verità. Perché il totale della squadra di Ancelotti è “drogato” dalla presenza di Bellingham, di fatto un attaccante aggiunto. In ogni caso, i 27 gol (prendendo a riferimento quanto fatto dai rispettivi giocatori nell’ultimo torneo) è un dato che non è in possesso né del Bayern, né del Borussia Dortmund, né del Psg. E persino se si allargasse il discorso alle ultime otto della scorsa Champions, non si troverebbero altre squadre meglio messe di Real Madrid e Inter. Non è tutto, certo. Ma è abbastanza per capire la ricchezza dell’Inter.
Nel motore di Inzaghi c’è qualità sufficiente per studiare combinazioni diverse, per ruotare gli uomini, gestire le energie e assemblare al meglio il tutto a seconda del tipo di partita. Il tecnico ha sei uomini a disposizione, tutti con caratteristiche diverse. Serve un centrocampo tecnico e di palleggio? Ecco Zielinski con Mkhitaryan. Servono più inserimenti? Ecco Barella con Frattesi. E in ogni caso c’è un minimo comune denominatore: il gol, appunto. Da Calhanoglu fino all’ultimo arrivato Zielinski, nelle gambe e nei piedi non c’è un giocatore che non abbia confidenza con il gol. Pure Asllani, che la scorsa stagione ha trovato la via della rete, è centrocampista che per caratteristiche e per doti tecniche ha potenzialità da non sottovalutare, considerato le volte che va al tiro e quelle in cui si prende la responsabilità di tirare un calcio piazzato. Il focus, evidentemente, è tutto su Zielinski. L’Inter ha aggiunto un titolare lì dove, un anno fa, faceva fatica persino a trovare spazio uno come Frattesi. Come dire: sono il più forte e rilancio. Il polacco è un titolare aggiunto. Arriva per giocare, non per fare numero come Sensi o come Klaassen. E Inzaghi, appena saputo della possibilità di ingaggiare il centrocampista dal Napoli, non ha esitato un attimo.
Ovviamente spetta all’allenatore il compito di gestire al meglio le forze e le risorse. Ma con questo organico, in mezzo al campo, non possono esistere problemi legati alla mancanza di giocatori. Anzi, in questo modo Inzaghi ha anche la possibilità di prevenire eventuali cali di forma. Chissà, magari concedendo qualche turno di riposo in più a un intoccabile come Calhanoglu oppure a quel fenomeno di continuità che risponde al nome di Mkhitaryan. L’oro dell’Inter è qui in mezzo, dunque. Ed è un reparto che mette i nerazzurri al riparo da sorprese e in linea con il top d’Europa. Del resto, anche il mercato lo racconta. Altrimenti non si spiegherebbe perché un anno fa di questi tempi Barella era finito nel mirino del Manchester City, perché il Bayern ha bussato alla porta di Calhanoglu e pure perché la Juventus (ma non solo) si è informata sulla situazione Frattesi, ricevendo in cambio un no secco. L’Inter non vende. Non vende più, ma aggiunge. Tanta abbondanza è parente stretta di tanta ambizione. C’è un solo rischio: gestire le facce scontente degli esclusi. Ma val la pena correrlo, se l’obiettivo è la vittoria.
Fonte: Gazzetta.it