Si può fare. Lo gridava Gene Wilder prima di dare vita al mostro di Frankenstein Junior, lo sussurra l’Inter ora che si è messa in testa di portare in nerazzurro “The Monster”, al secolo Kim Min-jae. Un gigante da scudetto per una difesa già scudettata: in viale della Liberazione ci pensano da giorni, è il piano di azione studiato dal presidente Marotta e dal d.s. Ausilio per farsi trovare pronti qualora l’interesse dell’Al Ittihad per De Vrij dovesse tradursi in un’offerta concreta. Un piano solo, però, non basta. Occorre essere pronti anche al passo successivo, ovvero individuare la formula giusta per il trasloco del coreano da Monaco a Milano. E l’Inter è convinta di avere più di una carta da giocare. Prima fra tutte il gradimento di Kim. Che al Bayern è arrivato da stella – i tedeschi un anno fa hanno pagato i 50 milioni di clausola per strapparlo al Napoli – ma si è ritrovato presto chiuso dalla concorrenza e dalle scelte di Tuchel.
Il Bayern nel frattempo ha cambiato allenatore scegliendo Kompany, ma per il gigante coreano nella sostanza cambia poco: a Monaco i difensori centrali abbondano e il mercato aggiunge nuove pedine come Ito, appena ingaggiato dallo Stoccarda, e Tah, pilastro del Leverkusen campione di Germania in procinto di trasferirsi in Baviera. L’Inter bistellata allora può diventare per Kim il progetto ideale per rilanciarsi: l’ex Napoli tornerebbe a frequentare un campionato nel quale si è imposto al primo colpo e si incastrerebbe in un ingranaggio che funziona alla perfezione come la difesa di Inzaghi. Senza problemi di spazio: l’Inter ha bisogno di ringiovanire un reparto solido, ma che si regge anche sugli over 30 come Acerbi, Darmian e lo stesso De Vrij, che a Kim lascerebbe il posto. Ci sarebbe semmai da discutere sull’ingaggio: al Bayern è di 7 milioni. In un mercato come quello nerazzurro, che a differenza degli anni passati non prevede sacrifici dei big, l’ipotesi di un acquisto a titolo definitivo va subito esclusa: senza la liquidità garantita da una grande cessione, è impensabile che l’Inter possa bussare al Bayern con una cifra vicina ai 50 milioni. Allo stesso modo, è difficile immaginare che il club tedesco decida di vendere Kim dopo una sola stagione, seppur deludente.
E allora un prestito può diventare la soluzione ideale per tutti: l’Inter si assicurerebbe le prestazioni di Kim in una stagione fitta di impegni, il Bayern manterrebbe il controllo sul giocatore. Si ragiona su un’operazione simile a quella messa in piedi per riportare Lukaku a San Siro due anni fa: prestito oneroso per un anno, con un gentlemen’s agreement tra i due club per riparlarne a fine stagione. Altra opzione: prestito oneroso con diritto di riscatto, ma dipende dal Bayern. In entrambi i casi, comunque, gli ottimi rapporti tra i club possono aiutare a trovare l’intesa giusta. Inter e Bayern infatti fanno affari da anni: Perisic ha vinto una Champions coi tedeschi in prestito dall’Inter, Sommer e Pavard hanno festeggiato lo scudetto alla prima stagione in nerazzurro, freschi di cessione dal Bayern. Anche la vicenda Calhanoglu, rientrata prima che cominciasse, aiuta: il clima sull’asse Milano-Monaco era e rimane sereno. Tutto però dipende da quello che succederà sul fronte De Vrij. L’altra sera, dopo aver segnato nel 2-1 dell’Olanda alla Turchia che ha mandato Stefan e compagni in semifinale dell’Europeo, il centrale si è detto felice di stare dov’è: "Ho un anno di contratto e un’opzione, mi vedo ancora all’Inter". Resta da capire che cosa succederà se da Gedda arriverà una proposta più ricca dei 4 milioni a stagione guadagnati in nerazzurro.
Fonte: gazzetta.it