La Champions non è una fissa solo di Lautaro Martinez. Ma è l’obiettivo della prossima stagione. Obiettivo, sì. Che non vuol dire mettersi in testa di vincere la coppa sulla stessa falsariga di quanto accaduto un anno fa con lo scudetto della stella, ovvero con la ragionevole convinzione di riuscirci. Ma che la prima fila nelle aspettative, nelle intenzioni e nella costruzione della squadra sarà della Champions rispetto al campionato, questo si può già dire. Ed è un’indicazione dettata anche dalla nuova proprietà.
E non cambierà molto neppure nel modello di gestione sul mercato, almeno stando alle prime indicazioni. La sessione estiva dovrà essere chiusa in equilibrio. Inzaghi potrebbe aver bisogno di un nuovo attaccante, di un nuovo esterno destro - e di fianco trattiamo la questione Dumfries -, forse di un nuovo difensore centrale, probabilmente di un nuovo portiere. Ma dovranno essere bravi l’a.d. Marotta e il d.s. Ausilio a fare i salti mortali, lavorando per un mercato creativo. Interesse La prossima settimana in questo senso sarà importante. Subito dopo Verona, tra lunedì e martedì, Cano avrà un nuovo incontro con i due amministratori delegati, Antonello e Marotta. Ed è in questa sede che si scenderà nel dettaglio delle richieste della società e degli obiettivi finanziari legati al mercato. Fatto questo passaggio, sarà la volta del vertice con l’area tecnica, dunque con il direttore sportivo Ausilio e con Simone Inzaghi. Ed è qui di fatto che nascerà la nuova Inter. L’obiettivo è chiaro, il come arrivarci va chiarito. Ma un club costantemente ad alti livelli conviene a tutti.
Fa comodo a tutti. Anche a un fondo come Oaktree che si è dato un orizzonte temporale lungo - almeno tre anni - e che ha interesse a creare valore. E dunque a lasciare un giorno l’Inter in un posto più alto rispetto a dove l’ha trovata. La Champions è pure il traguardo che vuole fissare Simone Inzaghi. Ed è (anche) a questo che il tecnico ha fatto riferimento quando ha parlato, dopo lo scudetto, della necessità di allargare il parco giocatori. Il rimpianto per come è andata contro l’Atletico Madrid è fisso nella testa di tutti. Anche di Alejandro Cano, l’uomo forte di Oaktree, che quella sera di marzo era al Civitas Metropolitano con la delegazione nerazzurra. E che adesso ha ben chiara la sua visione del club. Per la verità, ce l’ha da sempre. Oaktree è una nuova proprietà per... statuto, ma è come fosse dentro l’Inter da tre anni. La transizione sarà senza scossoni, perché ogni tre mesi i manager del fondo californiano ricevevano i feedback necessari dai dirigenti nerazzurri sullo stato della società, la cosiddetta business review. Dunque, non cambierà molto.
L’Inter di Oaktree ragiona allargando i suoi confini. La seconda stella è già il passato. Il domani è la Champions. È il tentativo di ripetere la cavalcata di una stagione fa fino alla finale. È una necessità, oltre che un obiettivo. Per due motivi, essenzialmente. Il primo: Oaktree ha a cuore - ed è un concetto che ha già trasmesso ai dirigenti - l’internazionalizzazione del club, la possibilità di rendere l’Inter quanto più possibile una squadra europea, passaggio richiesto per far esplodere i ricavi anche in termini di brand. Un club che è stabilmente nelle fasi finali della Champions è anche una società più appetibile, specie in termini di marketing e sponsor per intendersi. E poi, c’è il tema legato ai ricavi...diretti, ovvero quelli dettati da una partecipazione europea che sia la più lunga possibile. Arrivare in fondo al torneo, oltre che una soddisfazione ovvia dal punto di vista sportivo, accelererebbe il processo che porta alla stabilità finanziaria citata nel giorno dell’insediamento.
Fonte: gazzetta.it