Lautaro Martinez e Nicolò Barella, Nicolò Barella e Lautaro Martinez. Invertendo l'ordine degli addendi il risultato non cambia e per l'Inter in questo momento è sinonimo di qualità e quantità.
Nel momento più complicato della stagione, quello che ha messo la squadra nerazzurra in una situazione da dentro o fuori su più fronti con largo e inaspettato anticipo, Martinez e Barella sono saliti in cattedra rispondendo sul campo alle prime, affrettate critiche.
Nell'ottobre nerazzurro l'argentino e l'italiano sono dominanti e non solo perché presenti sempre e comunque sulla parte che conta del tabellino.
Lautaro studia da bandiera
Ve lo ricordate triste, nervoso e soprattutto a secco? Stiamo parlando di Lautaro Martinez e la risposta è sì, senza nemmeno tornare troppo indietro. Era la vigilia della sfida del Camp Nou, metà ottobre, alla quale l'argentino arrivava dopo una serie di partite infinite senza aver trovato il gol.
A Barcellona è cambiata la storia nella serata più importante della stagione. Dopo un primo tempo da fantasma, il Toro si è acceso nella ripresa con un gol e un assist decisivi che ne hanno svoltato la stagione e, chissà, l'intera storia con l'Inter. Sì perché proprio sul campo della società che più di tutte lo avrebbe voluto strappare ai nerazzurri, Martinez ha iniziato a giocare, ragionare e parlare ancora più da leader, risultando decisivo anche contro Salernitana e Fiorentina.
Dopo la doppietta del Franchi la novità a livello di dialettica: "Penso solo all'Inter - e questo lo aveva già detto, ma soprattutto - voglio diventare un bandiera di questo club". Ah, non male per il giocatore forse più seguito dai top club tra quelli a disposizione di Inzaghi.
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La svolta di Barella
Il compagno di gol di Lautaro nelle ultime tre partite è stato Nicolò Barella, clamorosamente impattante in zona gol anche lui dopo un periodo veramente complicato e in cui sembrava essere diventato un problema per la stessa Inter.
Nel momento più delicato della stagione dei nerazzurri, Barella faceva fatica fisicamente, si innervosiva spesso e soprattutto se la prendeva coi compagni con un body language piuttosto chiaro. Uno dei giocatori che ha sfruttato al meglio la riunione d'emergenza voluta dai giocatori Inzaghi è stato proprio lui perché il suo atteggiamento, e di conseguenza il rendimento, è completamente cambiato.
Barella si è ripreso alla grande il centrocampo dell'Inter e ora viaggia con numeri da top player, ma soprattutto giocate che fanno la differenza come i suoi inserimenti in area conclusi con qualità da centravanti.
Inzaghi deve sistemare la difesa
Se dal punto di vista del carisma e della leadership tecnica Inzaghi ha sistemato le cose affidandosi ai due giocatori in questione, l'Inter deve trovare la quadra dal punto di vista difensivo.
Contro la Fiorentina si è rivisto lo spirito della Pazza Inter, quello che comunque porta i nerazzurri a non mollare mai anche dopo essersi complicata le cose. Però se è vero che le vittorie all'ultimo respiro sono un marchio di fabbrica di Simone Inzaghi già dai tempi della Lazio è altrettanto vero che la perforabilità difensiva è un limite che il tecnico deve cercare di sistemare.
Non è bastato il cambio tra i pali passando da Handanovic a Onana. Sono 17 i gol subiti in 11 giornate di questa Serie A TIM, decisamente troppi e addirittura peggio di tutti per quanto riguarda le trasferte (14 gol presi in 6 uscite).