A Fidene, periferia di Roma tendente al nord-est, il giovane Davide Frattesi giocava felice a “tedesca”: è quella sublimazione del calcio di strada in cui segni passandoti la palla solo al volo e i concorrenti che prendono gol devono pian piano salutare. Lo ha scritto lui stesso, l’apprendistato giovanile gli è servito per la “pettata” di istinto a Israele: così, di rete in rete, l’interista azzurro si è ritrovato a riscrivere la geografia dei centrocampisti d’Europa. Non è solo il capocannoniere di questa era nazionale con Spalletti in panchina (7 reti) ma, in generale, tra club e Italia, la mette dentro alla media del divino Bellingham. Eppure, a Milano si ritrova quasi sempre in panchina, soprattutto in campionato. Possibile che il paradosso duri ancora per molto? Può il ragazzo di Fidene essere titolare di acciao in Nazionale e riserva nel suo club, soprattutto se con entrambe le maglie garantisce uno stupefacente rapporto minuti/gol? Il futuro è sempre una terra straniera, mai avere certezze in casa Inter, per di più vista l’affezione profonda di Simone Inzaghi per la sua formazione tipo specie a centrocampo, eppure adesso potrebbe cambiare qualcosa. Lo spazio per Frattesi potrebbe crescere in questa stagione che da ora diventa una spremuta di partite: la ragione non è solo il turnover obbligato ma il merito acquisito sul campo. E pure quell’accenno di mal di pancia avuto in estate. Frattesi è una pasta di ragazzo, lontano da proteste plateali che appartengono ad altri colleghi. Eppure “vuole” giocare di più e il verbo, un po’ appuntito, non è casuale. Non è una pretesa, ma una volontà sì, pure piuttosto antica: l’uno-due fresco fresco in azzurro contro Francia e Israele, semmai, ha solo acceso ancora di più il sentimento nato la scorsa stagione. Un anno vissuto un passo indietro gli è bastato, soprattutto perché a gara in corso finiva spesso per deciderla lui (6’ in appena 935’ di A).
Il messaggio è arrivato al tavolo dei dirigenti anche grazie all’agente: d’estate, a mercato apertissimo, Beppe Riso ha fatto sapere che il suo assistito non era poi così contento del minutaggio concesso. Ok una stagione di doveroso apprendistato, magnifica la stella, ma quella miseria di 11 partite da titolare poteva lasciare scorie. Nel 2024-25 si aspettava più spazio e, ad aggiungere un po’ di pepe alla questione, era arrivato pure il sondaggio da Torino con tempismo perfetto: la Juve ha chiesto Frattesi per davvero ricevendo un no sdegnato dai nerazzurri che su Davide hanno un progetto di lungo periodo. Il possibile caso è rientrato presto grazie all’azione diplomatica: nessun diktat o stracci in volo, piuttosto un pensiero condiviso e nuovi propositi per il futuro. Lo stato maggiore dell’Inter, Inzaghi compreso, è convinto che questa mezzala con le ali i piedi meriti di giocare di più. Le prime tre panchine in questo campionato, in continuità con il passato, sono state però piuttosto rumorose. Ora che gli impegni si sovrappongono e arrivano pure le grandi notte europee, ci si aspetta che da quelle parole si passi ai fatti. Dal progetto al campo. Il titolare che finora ha chiuso a doppia mandata la porta a Frattesi è stato Henrikh Mkhitaryan, coltellino armeno che in campo fa tutto o quasi. In fondo, ha maggiori doti di palleggio, come serve nella mediana di Simone, mentre l’italiano ha altro nel curriculum: meno stoffa pregiata, forse, ma un assaltatore così rapido e “intenso” difficilmente si trova in natura. Micki, poi, va verso i 36 anni e, anche se perfettamente integro nel fisico, alla lunga rischia di pagare qualcosa, soprattutto se spremuto in ogni partita. Ecco perché è naturale immaginare che Frattesi sfondi presto quest’altra trincea. L’anno scorso è stato impiegato con continuità solo nel girone di Champions (ma non negli ottavi con l’Atletico...) e, prima che la seconda stella diventasse matematica, era partito in A appena in tre partite. La nuova formula europea aumenterà le occasioni, ma è soprattutto in campionato che Davide bussa con forza: un uso più sparso permetterebbe pure di gestire meglio le energie di Mkhitaryan e Barella in vista della calda primavera. Senza dimenticare che con Zielinski la concorrenza in zona è pure aumentata. Più che per il Monza domenica, Frattesi si candida per iniziare una delle due supersfide successive, City o Diavolo che sia. A spingerlo pure i testardi, perfino impressionanti come nel grafico in pagina: unendo l’impiego in campionato e in nazionale nelle ultime due stagioni si scopre che Davide segna ogni 154’. Più di un gol ogni due partite, come i centravanti fatti e finiti. Solo un collega inglese del Real fa meglio di un’inezia: Bellingham, trequartista e pure qualcosa oltre, ci mette 3’ in meno. Più che tollerabile, e non giustifica certo una panchina.
Fonte: Gazzetta.it