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Calcio

Inter travolgente: messaggio alla Juventus. Il Torino è libero e bello

Andrea Di Caro
Inter travolgente: messaggio alla Juventus. Il Torino è libero e belloN/A
Il Milan stasera già non può più sbagliare. Il mercato ci consegna una Juve da scudetto. Osimhen caso assurdo. Napoli e Roma: che caos

Tutti quegli elogi alla Juventus dopo due giornate non devono proprio essere piaciuti all’Inter, che ha giocato contro l’Atalanta una partita rabbiosa e famelica come se l’obiettivo non fosse solo vincere ma ricordare a tutti, per primi ai bianconeri, che lo scudetto sul petto è sulla propria maglia e che è sempre la squadra da battere. La dimostrazione di forza, sicurezza, superiorità è stata nettissima: gli inizi del primo tempo e del secondo tempo hanno tramortito l’Atalanta. Il finale di partita, senza più storia, avrebbe permesso all’Inter di chiudere con un punteggio tennistico se l’altruista e sciagurato Arnautovic non avesse sprecato almeno 4 grandi occasioni.

Ma l’umiliazione sarebbe stata una punizione troppo severa per Gasperini che contro Inzaghi, da quando è tecnico interista, in otto partite disputate ha perso sei volte e pareggiato due. L’Inter ha giocato a memoria, concluso a valanga, gestito la gara, mostrato il suo volto migliore. Quando gira così, è difficilissimo per gli avversari alzare argini. Inutile fare la lista, ha funzionato tutto: devastante Thuram, migliore in campo, anche se il gesto tecnico più bello della partita lo ha regalato Barella con il suo meraviglioso gol al volo.  Non è la prima volta che l’Atalanta perde 4-0 a San Siro contro l’Inter, era già successo la scorsa stagione ma, come abbiamo scritto su queste colonne, tre mesi fa dopo aver visto i ragazzi di Gasp alzare l’Europa League tutti avrebbero scommesso su una Dea capace di lottare per lo scudetto se solo avesse aggiunto un paio di pezzi al suo già bellissimo mosaico. 

E invece dopo la Coppa, tra infortuni e casi di mercato, a Bergamo è successo un po’ di tutto: gli infortuni gravi di Scalvini e Scamacca, l’ammutinamento di Koopmeiners fino alla cessione, Lookman che è uscito di scena in questo inizio, le condizioni fisiche precarie di Zaniolo. Gasp ha perso le ultime due gare, non è un dramma, ma c’è molto da lavorare. Il campionato dell’Atalanta comincerà dopo la sosta con un organico più completo e con i nuovi più integrati: oggi ovviamente non è una squadra da scudetto, domani si vedrà.  L’Inter non è da ieri l’unica squadra in testa, il venerdì di campionato regala il primato anche all’ottimo Toro di Vanoli, il cui inizio è da incorniciare.

La vittoria a Venezia segue quella con l’Atalanta e la splendida prestazione col Milan a San Siro. Al di là dei risultati (ieri poteva anche uscire un pareggio) quel che colpisce favorevolmente è come il Torino abbia rapidamente fatto suoi i principi di gioco del nuovo tecnico, sembri liberato mentalmente rispetto allo scorso anno e si giochi sempre la partita a viso aperto per vincerla contro qualsiasi avversario, grande o piccolo che sia. Ora che la rosa è stata completata con gli ultimi colpi di mercato e Vanoli ha maggiori alternative durante la gara, il Toro può guardare la futuro con ottimismo. E anche i suoi tifosi possono rimodulare qualche giudizio troppo tranchant. Sugli scudi ieri è finito un nuovo brillante acquisto: Coco.

Inter e Toro possono essere raggiunte da Empoli, Genoa, Udinese, Parma e scavalcate domani sera dalla Juve se batterà la Roma. La gara clou di oggi è Lazio-Milan, Fonseca alla terza giornata già non può più fare altri passi falsi con un solo punto in classifica e un calendario che alla quinta gli presenterà il derby con l’Inter. Si prevedono sorprese in formazione con Theo e Leao non più certi del posto da titolari. Ma questa giornata di campionato si intreccia inevitabilmente con la fine del mercato che ha soddisfatto alcuni tecnici, deluso altri, risolto o creato problemi. Ci sarà tempo di fare analisi approfondite su tutte le rose e sull’arrivo di una infinità di stranieri, molti semi sconosciuti. Ma qualche giudizio si può anticipare subito: la Juve esce molto rinforzata dalla rivoluzione voluta da Motta e messa in atto da Giuntoli. Molti uomini sono arrivati negli ultimi giorni ma il tecnico ha stupito nelle prime due giornate anche con i ragazzini. Alcuni esuberi sono rimasti a Torino (Djaló, Arthur, Kostic...) ma la Juve ha messo a segno i colpi che voleva.

Anche il Milan ha comprato molto, la rosa è ampia, forse pure troppo (Jovic e Bennacer non sono partiti), ma non è arrivato l’ultimo centrocampista. Il caso di mercato più incredibile è quello del Napoli che non è riuscito a vendere Osimhen, nonostante da mesi fosse sul mercato. Retroscena, liti, accordi trovati e saltati, se ne sono dette tante, l’unica certezza è che la situazione è stata gestita malissimo. Cosa accadrà ora? Conte ha ottenuto sul filo di lana i centrocampisti che voleva ma non il quinto a destra richiesto. Ha una rosa di soli 14-15 giocatori a cui affidarsi e diversi esuberi. Discorso simile per la Roma: Koné è un grande colpo, ma dopo essere saltati Danso e Djaló per problemi fisici ora è costretta a cercare tra gli svincolati un difensore centrale. Due squadre, Napoli e Roma, che hanno speso molto ma il loro mercato tra entrate e uscite è stato caotico, affannoso e incompleto.