Per uno come lui, la sequenza di partite in cui è immersa la Reggina deve essere qualcosa di estremamente motivante: una dietro l’altra, Filippo Inzaghi sta affrontando tutte le squadre da cui ha dovuto ricominciare dopo uno stop, dopo fratture dolorose se non letteralmente inspiegabili.
Venezia e il ritorno in Lega Pro
Prima della sosta si è ritrovato davanti il Venezia, sfida in cui si era lanciato dopo l’esonero dal Milan: dalla Serie A alla Lega Pro con una bella dose di umiltà. Scelta premiata con la promozione immediata in B e un piazzamento playoff alla seconda stagione, percorso che ha fatto capire ai piani superiori di meritare un’altra chance. Due settimane fa, dal Penzo, si è portato via i tre punti grazie ai gol di Canotto ed Hernani.
Parentesi doverosa: entrambi i gol sono espressione della “quota esperienza” messa insieme con abilità dal ds Taibi nel mercato estivo, una sessione che sarebbe potuta perfino saltare insieme all’iscrizione della Reggina stessa a un campionato professionistico. E invece in tempi ridotti e incerti sono arrivati giocatori che la B la conoscono molto bene e con l’ambizione di rivedere la A, come anche Gagliolo e Majer. I giovani dal talento grezzo ci sono, ma senza la solidità, la scaltrezza di quel tipo di giocatori le promozioni non si costruiscono.
Benevento, record e sfida a Cannavaro
Inzaghi lo sa bene, perché quando ha stabilito il record di punti in una B a 20 squadre col Benevento, nel 2019/20, quel mix di esperienza e sfrontatezza lo aveva già stretto tra le sue mani. Ha tirato fuori una stagione perfetta, dominata dall’inizio alla fine, conclusa col miglior attacco e con la miglior difesa del campionato. Il Benevento aveva creduto in lui dopo il passaggio a vuoto col Bologna, lui aveva creduto ancora una volta in se stesso rischiando un passo indietro per farne uno più ampio in avanti, per prendersela da solo, stavolta, la Serie A. Domenica al Granillo, alle 12:30, giocherà contro quella che è stata la fase più convincente della sua carriera ma anche contro un amico, Cannavaro, che proprio come lui si sta costruendo una credibilità da allenatore senza accettare sconti.
No 9? No problem
Uno dei migliori numeri 9 italiani di sempre se la cava bene anche senza un numero 9. Con Santander ancora in dubbio dal punto di vista fisico, lontano dal giocatore “chiamato per portare la Reggina in Serie A” che era stato presentato in estate, Inzaghi si tiene stretto Menez. Un irregolare per natura, ma anche uno che con lui al Milan era stato capace di segnare 16 gol in A sempre reinventandosi falso nove. Con lui davanti la parola chiave dell’attacco della Reggina diventa imprevedibilità, abituato com’è a non dare riferimenti, a cercare spazi sulle sue vecchie zolle decentrate, ad aprire varchi alle mezzali che stanno contribuendo a fare di una squadra senza bomber il miglior attacco della B.
La pec di Brescia
Dopo il match contro il Benevento, ad attendere Inzaghi ci sarà il Brescia. “Esonerato due volte in zona Serie A con una pec, senza una telefonata, violando una clausola”, questo il suo riassunto di una serie di scelte indecifrabili che l’anno scorso hanno movimentato la sua carriera. E che forse questa estate lo hanno spinto a dire sì a scatola chiusa alla Reggina scommettendo che, ancora una volta, da un passo indietro possa scaturire l’energia giusta per il grande salto verso la A.