La triste notizia dell’infortunio di Berardi, i gol di Raspadori e Chiesa. Una domenica non qualunque, con segnali contrastanti in prospettiva azzurra. Una domenica italiana, nel senso di una Nazionale che valuta i convocabili e presto tirerà una riga nella lista per l’Europeo. Con diversi dubbi in attacco, reparto che aveva illuso a inizio stagione ma sta tornando in sofferenza. Quest’anno l’Uefa non ha concesso deroghe, né d’altra parte i c.t. hanno spinto per allargare le rose: in Germania, quindi, ogni squadra avrà “soltanto” 23 giocatori. I primi esami di Spalletti cominciano adesso con la tournée negli Usa: il 21 a Fort Lauderdale c'è il Venezuela, il 24 a New York il Perù. Vietato sbagliare.
Rispetto alle partite di novembre, quando Spalletti schierava il 4-3-3 senza se e senza ma, sono cambiate due cose: in campionato si gioca preferibilmente con la difesa a tre (Inter, Juve, Atalanta, anche De Rossi con la Roma non disdegna la linea a tre); nel reparto offensivo è come “i dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, perché tra infortuni e cali di condizione stiamo perdendo, o abbiamo perso, Berardi, Immobile, Kean, chissà se Scamacca. Insomma, il c.t., che sta pensando di passare al 3-4-2-1, dovrà valutare nuove scelte tecnico-tattiche offensive.
Cominciando dal centravanti. Al momento quello che convince di più è Retegui che, almeno, segna e sta bene. Non è l’ideale di partecipazione al gioco, ma un terminale offensivo utilissimo se la squadra crea occasioni e riempie l’area con cross o palloni bassi. Il 9 classico da gol. Spalletti sognava nel ruolo Scamacca, quello più “carrozzato” fisicamente, ma da tempo l’atalantino sembra a corto di grinta, come gli rimprovera lo stesso Gasperini. Vista la situazione, i centravanti all’Europeo potrebbero essere soltanto due: Immobile si sta allontanando dai radar, Lucca non è ancora pronto per il salto, mentre Raspadori dovrebbe essere in lista da multiruolo: 9 in emergenza, trequartista offensivo in caso di 3-4-2-1, attaccante esterno che incrocia giocando con il 4-3-3.
Nel caso di 4-3-3 serviranno due ali vere, passando al 3-4-2-1 entrerebbero in gioco anche Pellegrini, Frattesi, Barella, tutti schierabili in posizione più avanzata, veri o falsi trequartisti dietro la prima punta. Non si discute, naturalmente, Chiesa che può muoversi a destra o a sinistra del centravanti, e in Nazionale gioca in un ruolo per lui molto più naturale di quello che gli dà Allegri nella Juve. Quindi Retegui, Scamacca, Raspadori e Chiesa: quattro nomi oggi sembrano sicuri e potrebbero essere anche gli unici attaccanti di ruolo.
E gli altri? Il ko di Berardi è grave, ma il simbolo del Sassuolo non era in prima fila nelle preferenze di Spalletti. Anche Zaniolo, abbastanza fuori dal progetto Aston Villa, è sempre meno sicuro di una maglia (ma prima di sacrificarlo il c.t. ci penserà tre volte). Politano, Orsolini, Zaccagni ed El Shaarawy sono in attesa, ma in seconda fila. Di Kean non si hanno notizie. Crescono Fabbian e Folorunsho, ma per loro sembra presto. Miretti non è ancora pronto per il salto, neanche Casadei. Colpani è discontinuo e neanche lui, fin qui, è in prima pagina sul taccuino di Spalletti. Da capire l’inserimento di Baldanzi nella Roma. L’impressione? Se arrivasse un Calafiori d’attacco, il c.t. non ci penserebbe un secondo a studiarlo, a prescindere dall’età. Ma oggi un Calafiori d’attacco non c’è.