L'Italia non sarà presente al Mondiale in Qatar. Lo sappiamo tutti e al di là delle indiscrezioni più o meno credibili su improbabili ripescaggi, quello che tutti noi - dai tifosi agli addetti ai lavori - ci prepariamo ad affrontare è un mese anomalo di calcio, con un Mondiale in autunno nel bel mezzo della stagione dei club per di più senza l'Italia.
Una ferita aperta
Di tempo ne è passato dall'eliminazione subita per mano della Macedonia del Nord ai playoff, ancora di più da quel girone chiuso al secondo posto con due rigori sbagliati contro la Svizzera tra andata e ritorno, ma la ferita non è ancora guarita e il periodo più duro sta per arrivare.
"Bisogna accettare le sconfitte - ha commentato il ct Roberto Mancini -, anche se sono dure. Inizia il mese più difficile, ma dobbiamo ripartire. Pensare che nel girone di qualificazione siamo sempre stati in testa dominandolo come la sfida di Basilea... era un gruppo in cui siamo stati abbastanza tranquilli e non abbiamo demeritato nonostante i tanti infortuni. Questo è il vero dispiacere".
Pensieri di addio
Dopo una delusione così grande sono tanti i pensieri che travolgono i protagonisti e Roberto Mancini non fa eccezione: "La voglia di allenare c'è sempre e la Nations League ci ha dato un piccolo aiutino. La responsabilità del mancato approdo al Mondiale è mia e sì qualche pensiero sul lasciare la Nazionale l'ho fatto".