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Calcio

Italiano per la storia: euforia Fiorentina. Adesso ad Atene per tornare a vincere una coppa

G.B. Olivero
Italiano per la storia: euforia Fiorentina. Adesso ad Atene per tornare a vincere una coppaN/A
Dopo le delusioni nelle due finali del 2023 il tecnico vuole un trofeo che a Firenze aspettano da ventitré anni

Scendendo dalla pedana di Bruges, alla fine della conferenza della vigilia, Vincenzo Italiano ha fatto una smorfia a causa di un dolorino al ginocchio e poi ha sorriso: "Non ce la faccio proprio a giocare domani". Quanto avrebbe voluto. Quanto gli sono mancate le coppe da calciatore. E durante la partita, mentre la Fiorentina continuava a costruire occasioni che per vari motivi non diventavano gol, si è dovuto trattenere perché la voglia di entrare in campo e dare una mano ai suoi ragazzi era percepibile dalla tribuna. 

La scena europea Italiano se l’è meritata giorno per giorno, fin dal suo arrivo a Firenze quando disse ai ragazzi della curva Fiesole che il suo sogno era riportare la Fiorentina in Europa. Con il lavoro e la passione, ha costruito qualcosa di molto più grande. Un anno dopo la finale di Conference League a Praga, persa all’ultimo minuto contro il West Ham, ecco l’appuntamento di Atene contro l’Olympiacos. L’Aston Villa avrebbe creato qualche preoccupazione in più dal punto di vista tattico e tecnico, i greci però giocheranno virtualmente in casa (il teatro sarà l’Agia Sophia, stadio dell’Aek, grande rivale dell’Olympiacos).

Il tecnico è Josè Luis Mendilibar, che l’anno scorso alla guida del Siviglia fece piangere la Roma a Budapest nella finale di Europa League. Il centravanti marocchino Ayoub El Kaabi, capocannoniere del torneo (cinque gol nelle due semifinali), andrà controllato bene, ma a Bruges la difesa viola ha imbavagliato l’ottimo Thiago. Insomma: rispetto sì, paura no. Sarà una battaglia, ma questo non può spaventare una squadra dominante nel caldissimo ambiente di Bruges, dopo un inizio difficile. Ad Atene la Fiorentina metterà in vetrina le sue armi preferite: il gioco offensivo, lo sfruttamento delle fasce, la coralità della manovra che sopperisce a qualche limite individuale. Bisognerà stare attenti a non prendere il "solito" gol a campo aperto e a migliorare la percentuale di realizzazione perché non sempre, e soprattutto in una finale, si può creare tanto. La notte di Bruges ha lasciato negli occhi l’enorme prestazione di Kouame, forse pronto a far sbocciare tutto il talento di cui dispone. 

La Fiorentina non vince un trofeo da 23 anni, stagione 2000-01, Coppa Italia conquistata contro il Parma. C’erano Roberto Mancini in panchina, Toldo in porta, Rui Costa a inventare, Enrico Chiesa in attacco. Il gol decisivo lo fece Nuno Gomes. Quell’anno Italiano giocava nel Verona e in campionato segnò due gol: il secondo proprio alla Fiorentina, sconfitta 2-1 al Bentegodi. Forse la rete più bella della carriera di Italiano, un destro tremendo dal limite dopo una fuga di quaranta metri, palla sul palo interno e poi in porta. In quel Verona c’erano tre futuri campioni del mondo che adesso stanno facendo il loro percorso da tecnici: Gilardino, Oddo e Camoranesi.  Ma il cammino in panchina di Italiano è già ricco di soddisfazioni. Nelle gare a eliminazione diretta Vincenzo è quasi imbattibile. Ha trionfato nei playoff in Serie D (Arzignano 2017-18), in Serie C (Trapani 2018-19), in Serie B (Spezia 2019-20). Poi con la Fiorentina, oltre all’ottimo cammino europeo, è arrivato una volta in finale di Coppa Italia e due volte in semifinale. Non sono tanti i tecnici giunti in fondo nelle prime due stagioni sul palcoscenico internazionale. Accadde, ad esempio, a Marcello Lippi con la Juve (coppa Uefa persa nel 1994-95 e Champions vinta nel 1995-96) e prima ancora a Fabio Capello con il Milan (sconfitto in Champions nel 1992-93 e poi vittorioso nello stesso torneo nel 1993-94). Italiano ci è riuscito, ma adesso vuole fortemente il trofeo: per sé, per Firenze, per la Fiorentina. Poi sarà il tempo per un’altra avventura. Ma questa è una storia bellissima e Atene è un posto meraviglioso per scrivere l’ultimo capitolo.

Fonte: Gazzetta.it