L’acquisto di Timothy Weah dal Lilla è costato 10,3 milioni più 2,1 di bonus, il prestito di Carlos Alcaraz è costato 3,9 milioni (con diritto di riscatto fissato a quota 49,5). In altri anni sarebbero state operazioni forse anche marginali, per i chiari di luna attuali della Juventus sono stati praticamente gli unici investimenti delle ultime due sessioni di mercato, perché Cambiaso era già di proprietà ed è tornato dal prestito e Djaló è stata una mossa col mirino sulla prossima stagione. Ed entrambi, Weah e Alcaraz, non si sono dimostrati da Juve, azzerando di fatto il potenziale di crescita che sarebbe dovuto arrivare dal mercato. In precampionato Weah aveva fatto le fiamme, traducendo poi nulla o quasi di tutto questo in campionato. Ha giocato dall’inizio le prime due partite a Udine e col Bologna, titolare in cinque delle prime dieci gare prima dello stop per i guai muscolari alla coscia, poi il vuoto: a Cagliari è tornato titolare dopo esserlo stato solo una volta negli ultimi tre mesi e mezzo, in occasione dell’unica sconfitta contro una “piccola” degli ultimi sette mesi, la sconfitta 1-0 in casa contro l’Udinese. E anche in Sardegna quando Weah ha lasciato il campo la Juve era ancora in svantaggio: neanche usarlo contro le squadre di bassa classifica è servito ad Allegri per ricavare da lui un rendimento all’altezza. I voti Gazzetta, giusto per darsi un parametro non definitivo ma sicuramente indicativo, dicono che incredibilmente è andato sopra la sufficienza solo in una partita in tutta la stagione: il successo 1-0 a ottobre in casa del Milan, che peraltro è la prossima avversaria. Da allora è rimasto sotto la sufficienza 11 volte su 15, e 7 delle ultime 8. Per distacco il peggior bianconero per media punti: 5,52. Bocciato. Il prestito di Alcaraz è arrivato subito prima dello scontro diretto con l’Inter, in un momento della stagione in cui - ricordiamolo - ancora si pensava allo scudetto, fino a pochi giorni prima ancora virtualmente in vetta alla classifica, a +1 su Inzaghi. Ere geologiche fa. Doveva essere un valore aggiunto in questo contesto, l’argentino, e invece non ha praticamente mai inciso. Gli è implosa la Juve intorno, lo ha fermato per un mese un infortunio al bicipite femorale proprio quando aveva giocato la prima dall’inizio. Ma un résumé ormai qualificato dice che in tre mesi ha giocato 235 minuti in tutto: a Cagliari, alla seconda in stagione da titolare, la sua partita è durata solo 45 minuti, rimasto impantanato nel terribile primo tempo di squadra ma anche senza riuscire a spiccare come ci si aspetta da chi ha finalmente la sua occasione e vuole divorare il campo. Col riscatto fissato a cifre improponibili, un piano B sensato era provare a rinnovare il prestito in caso di mancata promozione in Premier del Southampton. Con questo rendimento, però, non ha neanche più senso.
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Altra occasione persa per Weah e Alcaraz: entrambi verso la bocciatura
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