Sembra esser passata una vita da quel gennaio 2020 a oggi. In effetti - di vite - Jonas Rouhi ne ha vissuta qualcuna, prima di dover preparare la sua prima gara da titolare in Serie A. Quando la Juve lo prese dal Brommapojkarna, appunto nella sessione di mercato invernale della stagione 2019-20, c'era solo il sentore che potesse diventare un giocatore importante, ma nessuna certezza. L'incognita di quel momento s'incastrava fra i dubbi di chi pensava non riuscisse ad ambientarsi in tempi utili in Italia, dentro dinamiche molto più complesse e pressanti da quelle con cui era cresciuto fino a quel momento. "Jonas" - così lo ha chiamato per nome Thiago Motta nella conferenza in cui ne ha annunciato la titolarità in Genoa-Juventus - ha sempre risposto sul campo attraverso il lavoro e al sacrificio mostrato in ogni passaggio della sua crescita, così da meritare la piena di fiducia degli allenatori che lo hanno portato su e del club che continua a crederci, tanto da averlo già blindato, con l'ultimo rinnovo di contratto, fino al 2028. Parallelamente alla Juve, anche la nazionale svedese ci sta puntando forte, dal momento che il ragazzo mostra una grande prospettiva davanti a sé. Il classe 2004, nato da genitori marocchini e che per sei anni, prima di dedicarsi definitivamente al calcio, aveva praticato il taekwondo, è un terzino sinistro, con la gamba per gestire al meglio le due fasi. Negli ultimi anni, soprattutto nei passaggi strategici fra Primavera e Next Gen, è migliorato tanto nell'interpretazione della gara e nella maturità con cui ormai sa rimanere in partita, senza andare in panico nei momenti più delicati. A volte, in passato, tendeva a uscire dal campo mentalmente: il percorso fatto alla Juventus lo ha portato a non calare mai l'attenzione in ogni circostanza, pure con qualche malizia. In questo senso l'esperienza acquisita in Serie C, con la seconda squadra, è stata più che utile. In questi anni Rouhi è stato seguito da diversi club d'Europa, ma la Juve - oltre a non farselo scappare - lo ha messo nelle condizioni di sentirsi a casa: del futuro non v'è certezza, chiaramente, ma oggi il ragazzo appare totalmente assorbito dalla volontà di continuare a crescere a Torino e convinto di ritrovarsi nel miglior contesto possibile per mettere in luce le proprie qualità. La convinzione di essere nel posto giusto per crescere non è una percezione banale, perché presuppone del coinvolgimento che può spingerlo ben oltre le prime apparizioni fra i grandi. L'anno scorso ha concluso il campionato di Serie C con 26 presenze, nelle quali ha messo a segno pure 2 gol e confezionato 2 assist. L'estate scorsa Thiago Motta lo ha valutato bene fin dall'inizio della preparazione e dopo il ritiro in Germania ha deciso di trattenerlo in rosa ritenendolo all'altezza del contesto. Alla seconda giornata di campionato lo ha fatto pure debuttare in Serie A, mandandolo in campo al minuto 77 al posto di Cabal. Ma stavolta, contro il Genoa, lo proporrà dall'inizio. Si tratta per il ragazzo della prima gara da titolare in prima squadra.
Fonte: Gazzetta.it