È un gesto semplice, eppure tutt'altro che scontato. Soprattutto per uno che di mestiere fa l'allenatore, e per di più della Juventus. Thiago Motta, come prima mossa da allenatore bianconero, ha deciso di imparare a memoria nomi e facce di tutti coloro che gravitano dalle parti della Continassa, ovvero (almeno) 70-80 persone. Lo fece a Bologna, dove funzionò a meraviglia, lo ha fatto anche nei primi giorni a Torino. Questione di empatia, di confidenza, di fiducia. Caratteristiche che contraddistinguono il "Thiago Motta allenatore", capace di creare rapporti indissolubili con squadra e staff tecnico. Prima di partire con l'identificazione dell'ufficio facce, Thiago - al suo arrivo di domenica scorsa e durante il primo giorno di lavoro lunedì - ha perlustrato tutta l'area della Continassa: dai campi di allenamento agli spogliatoi, passando per le palestre.
"È tutto bellissimo" ha detto Motta a colloquio con Lilian e Khephren Thuram nel primo giorno a Torino del francese ex Nizza. "Ora devi giocartela - ha poi aggiunto il tecnico, sempre riferendosi a Thuram jr -, ma qui hai tutto". Poi ecco la mossa a sorpresa: Thiago vuole chiamare tutti per il nome di battesimo. A Bologna era solito farlo soprattutto durante i commenti post partita: un'abitudine che, evidentemente, partiva già da dentro lo spogliatoio. E non solo con i calciatori, ma con tutti. Staff tecnico, staff medico, magazzinieri, tutti. Perché il nuovo allenatore bianconero, nel suo primo giorno a Torino, si è fatto presentare tutti quelli che lavorano alla Continassa, dai gradi più elevati a quelli meno alti. Essendo luglio, è chiaro che non fossero presenti tutti i dipendenti, motivo per cui Thiago si è fatto consegnare le foto degli assenti, chiaramente con nomi annessi. Una "mossa" semplice ma tutt'altro che scontata, per creare da subito l'ambiente di lavoro ideale e mettere sui binari giusti l'inizio di una stagione volta a rinnovare integralmente rispetto al recente passato.
Fonte: gazzetta.it